Franco Dotti
Quella delle vetture «a cielo aperto» è una nicchia che in Italia, negli ultimi 10 anni, è praticamente raddoppiata, passando dalle 19.500 unità del 96 alle quasi 39mila registrate lo scorso anno. A questo balzo ha contribuito in misura determinante la nascita dei tetti in lamiera o in cristallo che sono andati a rimpiazzare le classiche capote in tela. Alla passione è stato quindi abbinato il comfort, bene assolutamente irrinunciabile ormai in ogni fascia di mercato. La carica innovativa resta fondamentale, e questa è una dote che non manca, di certo, alla giovane Nissan Micra C+C, evoluzione di design della Micra berlina, con la quale condivide il pianale, e alcuni lamierati: per tutto il resto la C+C gode di totale autonomia stilistica.
Ciò che la rende unica, esclusiva, nel settore delle coupè cabrio di questa taglia è il tetto C-View, un capolavoro di ingegneria progettato dalla tedesca Karmann, realizzato in cristallo, suddiviso in due parti che si ripiegano a conchiglia nel bagagliaio dal nuovo inconfondibile disegno. Il tutto avviene in 22 secondi, con la semplice azione su un pulsante alloggiato nel tunnel centrale. Da record, su Micra C+C è il bagagliaio, che conserva una capacità di 255 litri a tetto ripiegato e raggiunge i 457 litri a tetto chiuso, posizione che, bisogna essere sinceri, copre gran parte dei momenti di uso della vettura. Con il tetto C-View, comunque, a bordo della piccola giapponese si può ammirare il cielo anche attraverso il tetto, facilmente oscurabile con una geniale tendina quando i raggi si fanno troppo intensi. Curata è linsonorizzazione (il rumore è sempre stato uno dei punti deboli delle classiche spider), che permette di conversare tranquillamente e di percepire tutte le sfumature di un brano musicale. Due sono i motori, a benzina: 1.4 da 88 cv e 1.6 16V da 110 cv che alimenta anche la potente Micra 160SR.
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