Marcello Di Dio
nostro inviato a Firenze
Aveva provato a distogliere lattenzione dal caso del giorno, parlando dellimportante iniziativa delle Olimpiadi del Cuore di cui è uno dei testimonial. Ma non poteva evitare il fuoco di domande sulla clamorosa esclusione dal gruppo azzurro di Francesco Totti. Per Marcello Lippi la settimana di avvicinamento alla sfida con la Norvegia inizia in salita, con la classica buccia di banana. Una salita che il ct affronta con difficoltà, alternando diplomazia, chiusura totale e spazientimento. «Avevo chiamato Totti giovedì, ho parlato anche del suo matrimonio ma gli ho spiegato i motivi del perché non lho convocato; lui aveva capito e gli avevo detto di tenere per sé la notizia di una sua esclusione», esordisce Lippi. Che respinge tutti i sospetti di una scelta voluta dallalto dopo la maxisqualifica inflitta in campionato al capitano giallorosso. «Non ho ricevuto nessuna pressione dalla federazione, la tolleranza zero non centra niente, insomma la mia scelta non è una punizione». Ma allora come si spiega lincredibile esclusione? E soprattutto, come mai Totti si è detto sorpreso se già sapeva tutto con qualche giorno di anticipo? I quesiti sul romanista diventano sempre più incalzanti: un comunicato della Figc, subito dopo lannuncio della lista dei convocati, parlava di scelta tecnica. Il ct dice che ci sono anche altre motivazioni. «Ma queste non devo spiegarle a voi, anche perché qualsiasi motivazione dia, qualcuno la intende, ma molti la interpretano come pare a loro», precisa Lippi che alza i toni quando aggiunge di aver letto sui giornali «molte cose inesatte sullargomento e qualcuna anche offensiva, anche se io non sono teso e non voglio offendere nessuno».
Con il passare dei minuti, Lippi offre qualche particolare in più. «Ho un incarico di due anni per costruire una squadra che si qualifichi e faccia una buona figura al Mondiale. Totti è uno dei migliori giocatori europei, lho sempre difeso anche in giro. E nella gestione del lavoro di due anni ci può stare che salti una partita, anche ufficiale, su trenta. Quando Totti viene chiamato gioca, uno come lui non può stare in panchina o essere in campo per una decina di minuti». Dunque, in questa nazionale nessuno è intoccabile, compreso il numero dieci della Roma. «Diciamo che per me esistono giocatori molto importanti e questo vale per tutti». Compreso il romanista, che proprio nel match di andata con i norvegesi ebbe un chiarimento con il ct dopo che aveva rinunciato allazzurro per un infortunio. Il giocatore dovette, comunque, raggiungere il capoluogo siciliano per sottoporsi a regolare visita medica e seguire lallenamento dei compagni. In quelloccasione il rapporto tra Totti e Lippi fu subito ricucito e da allora il giallorosso era diventato uno dei giocatori chiave del gruppo azzurro. Tutto dimenticato, dunque, fino allultima strana, ma non per il ct, esclusione.
A Coverciano i toni salgono e Lippi, che fino a quel momento aveva giocato in difesa, sbotta allennesima domanda tv sul giocatore della Roma. «Insomma, non esiste solo Totti in Italia, anche se è un bravo ragazzo e un fortissimo giocatore. La sua assenza mi fa mettere in campo lItalia che avevo già in mente». Questa risposta chiarisce forse il dilemma: Lippi pensa a un tandem dattacco a due punte (probabilmente Cassano al fianco del rientrante Bobo Vieri, anche se ieri ha provato Toni) che non prevede limpiego del romanista.
La comitiva azzurra è comunque sorpresa della mancata convocazione di Totti come di Del Piero. «Non averli è uno svantaggio, sono assenze importanti dice lo juventino Zambrotta, anche lui rientrato nel club Italia -. E non credo che Totti sia stato lasciato a casa per preparare meglio le nozze...».
Infine ieri ha lasciato la compagnia anche Nesta per gravi motivi famigliari che la privacy non permette di rendere pubblici. Lippi ha deciso di non sostituirlo sperando di averlo in extremis venerdì, prima della partenza per la Norvegia.
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