Creativi italiani? Da brevetto

Creativi italiani? Da brevetto

La matita rossa e blu, la classica minestrina per bambini, con tanto di pastina incollata sul brevetto, la forma a conchiglia della pasta e quella della sua scatola in cartone, gli stampi per la colomba e le bustine per i lecca-lecca, la moka: senza dimenticare le grandi star del settore, è sul cosiddetto design anonimo, con i suoi elementi divenuti ormai tanto comuni da sembrare «naturali» e non frutto d’invenzione, che punta l’attenzione la mostra «Disegno e Design. Brevetti e creatività italiana», ospitata al museo dell’Ara Pacis fino al 31 gennaio.
D’altronde, non c’è consacrazione migliore per un designer che riuscire a popolare l’immaginario collettivo con le proprie creazioni. Nata con l’obiettivo di valorizzare i passaggi che portano dall’idea alla sua realizzazione - in attesa dell’apertura del museo del design, che tra circa due anni sarà inaugurato negli spazi del Palazzo della Civiltà all’Eur - l’esposizione è concepita come un viaggio tra complementi d’arredo, moda, cucina e trasporti, lungo oltre un secolo di creatività rigorosamente made in Italy, che dal 1901 arriva a oggi, in un susseguirsi di progetti, brevetti e oggetti che hanno raccontato, e in alcuni casi contribuito a determinare, la storia del costume del nostro Paese. Dai pezzi più datati, come il brevetto del 31 maggio 1901 per la bottiglia dell’acqua Educata, si arriva a creazioni di quest’anno, come il motoscooter Hybrid della Piaggio, in un percorso arricchito da file multimediali e manifesti pubblicitari. Tra gli estremi di passato e contemporaneità, una panoramica di forme «quotidiane», dal bacio Perugina al Pavesino, dal cappello Borsalino agli occhiali pieghevoli Safilo, dalla borsa calda Pirelli alle macchine da scrivere Olivetti, dalle pentole a pressione Lagostina alla Superga tricolore. Non mancano pezzi «da museo», come i giocattoli firmati Bruno Munari, la caffettiera La Conica di Aldo Rossi per Alessi, la lampada Arco di Achille e Piergiacomo Castiglioni per Flos che, imitatissima, è in mostra senza brevetto ma con diritto d’autore, la sedia Silver di Vico Magistretti per De Padova, la radio di Richard Sapper e Marco Zanuso per Brionvega, fino alla lampada PizzaKobra di Ron Arad per iGuzzini che, del 2007, è già esposta al Moma di New York.
In mostra pure le piccole quattroruote Isetta e Fiat 600.

Una sezione è dedicata a Giulio Natta, «papà» della plastica. Il percorso si chiude con l’isola monolitica «Not for food» di Enzo Eusebi per Berloni che unisce cucina, relax ed area ufficio in un’unica postazione ipertecnologica.

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