Un operaio di 34 anni dipendente di unazienda telefonica ha 14 anni di contributi già versati e guadagna 28mila euro lordi allanno con una proiezione di carriera media: può attendersi aumenti retributivi annui pari al costo della vita maggiorata di 2 punti percentuali. Con queste premesse potrebbe andare in pensione nellaprile 2034 con 40 anni di contributi e con una pensione lorda di anzianità di 38.300 euro, pari al 51,9% della sua ultima retribuzione.
Alloperaio del caso qui esaminato restano però da lavorare ancora 26 anni, un periodo prolungato nel quale può arrotondare la propria pensione con la previdenza integrativa, puntando su un fondo pensione azionario (ovvero quasi del tutto esposto verso la Borsa). Tale scelta può comportare alti rischi nellimmediato ma, in base alle statistiche storiche, dovrebbe garantire rendimenti finali superiori a quelli ottenibili ad esempio con le obbligazioni. Anche in questo caso, la scelta di investimento dovrebbe essere mantenuta per i successivi 15-20 anni di lavoro, così da avere modo di cogliere le potenzialità di medio lungo termine dei prodotti azionari. Negli ultimi anni, invece, il consiglio è di spostarsi sulle linee monetarie o di garanzia.
A conti fatti, se loperaio del caso qui analizzato scegliesse da subito di versare il 5% del suo reddito iniziale (pari a 1.400 euro annui) sulla linea azionaria, tenendo conto dell1,50% assicurato dal datore di lavoro e del 6,91% del Tfr, dovrebbe riuscire ad accumulare una rendita integrativa netta rivalutata nellaprile 2034 di 14.300 euro. Questo importo, sommato alla pensione di anzianità, raggiungerebbe poi i 52.600 euro, pari al 71,3% della sua ultima retribuzione.
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