Il Cremlino si annette le residenze staliniane di lusso in Crimea

Sarà a disposizione di Putin anche l'azienda agricola Massandra, produttrice di un celebre champagne

Per la Russia la Crimea è come la taiga per l'orso. Per Vladimir Putin «l'orso non chiederà autorizzazione a nessuno, da noi è padrone della taiga, non cercherà di andare in altre zone climatiche, ma la sua taiga non la cederà mai a nessuno». Parole pronunciate ieri dal leader russo Vladimir Putin, intervenuto al Sochi al Valdai Club, gruppo di analisti e giornalisti da tutto il mondo. Putin ha espresso con maggior leggerezza concetti che il suo capo dell'amministrazione presidenziale Sergei Ivanov ha esplicitato con la tradizionale durezza del Cremlino: «Si può discutere il ritorno della Penisola all'Ucraina anche per cent'anni, ma ciò non accadrà mai. E non m'interessa cosa pensa l'Occidente a questo proposito, come pure in merito alle altre questioni concernenti la politica interna della Federazione Russa».
Queste dichiarazioni fanno seguito alla notizia che la nuova dirigenza della Crimea ha consegnato all'amministrazione presidenziale russa, e quindi a Vladimir Putin, una serie di lussuose residenze che già nel marzo scorso, dopo l'annessione alla Russia della penisola strappata all'Ucraina, erano state prontamente nazionalizzate. Si tratta di oltre dieci magioni di villeggiatura sulla soleggiata costa meridionale della Crimea: tra queste la ex dacia e attuale museo di Palazzo Yussupov dove Stalin soggiornò nel febbraio 1945 durante la Conferenza di Yalta e la residenza Shater vicino al palazzo Massandovskij.

Passa alla gestione diretta del Cremlino anche l'azienda agricola Massandra, produttrice dei migliori vini crimeani tra cui un celebrato champagne.

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