nostro inviato a Cremona
Le hanno fatte per scegliere Prodi, le hanno ripetute per incoronare Veltroni, ma adesso non vanno più bene per indicare il futuro candidato sindaco di una città come Cremona. Le primarie nel Partito democratico sono una moda, come un paio di scarpe che un anno vanno e quello dopo no. O come un tabarro che nasconde quanto succede nelle periferie del Pd. La città del Torrazzo si rivela un interessante laboratorio per capire come funzionano le cose in casa di Veltroni.
Il sindaco di Cremona è un distinto signore di 57 anni, professore di storia e filosofia, in politica da oltre trentanni, uno che ha avuto la tessera di Pci-Pds-Ds e ora Pd, presidente della Provincia per 10 anni e sindaco dal 2004. Gian Carlo Corada non è esattamente un volto nuovo, ma è stato eletto con il 56 per cento al primo turno e i sondaggi gli assegnano un gradimento attorno al 53-54. È al primo mandato e punta al raddoppio, o quantomeno a essere ricandidato nel maggio 2009.
Ma i capi del Partito democratico temono di perdere. Tremano come in tutte le città del Nord dove governano. Alle politiche dellaprile scorso il primo partito cittadino era il Pd con il 35,6 per cento; ma il centrodestra era avanti con il 46,4 (30,5 del Pdl più il 15,9 della Lega) ed è in crescita. Vero che Corada fu eletto con 4mila preferenze in più rispetto ai partiti che lo sostenevano, ma il risultato dellanno prossimo a Cremona è fortissimamente a rischio.
Così i capi del partito veltroniano, dimostrando di avere la stessa lucidità del loro leader, senza dire nulla al sindaco in carica gli cercano unalternativa. Identikit: una faccia nuova, giovane, senza esperienze politiche. Un campione della società civile. E dal cilindro chi salta fuori? Un magistrato semisconosciuto in città, nato a Bologna e residente al di là del Po, a Castelvetro Piacentino (altra provincia, altra regione), sposato allavvocato Patrizia Barbieri la quale per dieci anni è stata sindaco di centrodestra di Castelvetro e ora è consigliere provinciale a Piacenza con il Pdl. Un bel match familiare.
La benemerenza principale di Pier Paolo Beluzzi, questo il nome del candidato, è di aver informatizzato il tribunale e digitalizzato la montagna di documenti relativi al processo di Piazza Fontana con laiuto dei detenuti nel carcere di Cremona. È un moderato, cattolico, che nelle rare dichiarazioni finora rilasciate ha detto di essere stato convinto dal «progetto di innovazione che mi è stato presentato».
Ma soprattutto è un magistrato, un gip che continua a lavorare (ieri mattina udienze ininterrotte dalle 9 alle 14.30) nonostante la campagna elettorale di fatto già aperta, senza sospensioni né dimissioni. Succede quindi che sui giornali locali finisca in una pagina come aspirante candidato sindaco, in unaltra come giudice delle indagini preliminari e in una terza come giudice delludienza preliminare. «Crea una condizione di incompatibilità ambientale - accusa il deputato leghista Alberto Torazzi in uninterrogazione al Guardasigilli - e di evidente disagio per il regolare espletamento delle funzioni giurisdizionali a scapito del rispetto dei principi di terzietà, imparzialità, neutralità e indipendenza».
Corada è caduto dalle nuvole per la scelta dei capi del Pd con cui lavora gomito a gomito: il segretario provinciale Mauro Fanti, ex Ds, era fino a lunedì presidente del consiglio comunale mentre Luciano Pizzetti, ex segretario regionale, è il deputato di Cremona e responsabile del Pd per il Nord. Pensavano che il centralismo democratico non fosse ancora defunto e che il sindaco avrebbe piegato la testa. Il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, prima ha offerto a Corada un posto in consiglio regionale, poi ha implorato entrambi di ritirarsi: schizofrenia pura.
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