Cresce l’incasso al box office ma i film italiani perdono il 15%

«Il cinema ha retto alla crisi in modo straordinario: una leggerissima flessione delle entrate e un aumento dei ricavi. Sicuramente l’impatto del 3D è stato decisivo nel sostenere gli incassi. E di certo il cinema americano, dopo anni di appannamento, ha ripreso a esprimere una qualità molto alta». Lo ha spiegato Federico Tozzi, presidente dei produttori dell’Anica, alla presentazione di dati sul cinema italiano del 2009.
Il box office complessivo nell’anno appena trascorso (dato Cinetel) è stato di 622,7 milioni di euro, per 98,9 milioni di biglietti venduti. Il dato di presenze è in leggera flessione rispetto al 2008 (-0,4%), mentre l’incasso mostra l’unico segno positivo di tutto l’anno rispetto al 2008 (+4,9%), influenzato dal costo del biglietto per la proiezione 3D.
Nel 2009 diminuiscono i film prodotti rispetto al 2008: 131 titoli (comprese le coproduzioni), rispetto ai 154 del 2008 e ai 121 del 2007 (26 titoli 100% italiani in meno, da 123 a 97). Dimezzati gli investimenti pubblici in produzione (38 milioni) mentre restano stabili, di poco al di sotto dei 260 milioni, quelli privati. La quota di mercato dei film italiani cala vistosamente del 15% scendendo di 5 punti percentuali, attestandosi complessivamente al 23,4% e interrompendo il trend positivo degli ultimi anni.


«Le ragioni che hanno determinato la flessione della quota di mercato del cinema italiano, appaiono meno facilmente decifrabili - spiega ancora Tozzi -. La portata di questa flessione è impressionante: dal 28 al 23%, equivalenti a una contrazione degli incassi del 14,4%. Dopo quasi un decennio di crescita ininterrotta un brusco e imprevisto arretramento».

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