Cresce l’occupazione in novembre

Martedì il Fomc potrebbe decidere di tagliare i tassi Fed Fund sui rifinanziamenti alle banche

da Milano

Il dato sull’occupazione americana in novembre, diffuso ieri, e migliore del previsto, ha rafforzato le attese di un nuovo taglio dei tassi di interesse da parte del Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve guidata da Ben Bernanke, nella riunione di martedì prossimo. L’ipotesi più gettonata è quella di una riduzione di 25 punti del target sui fed fund (ora al 4,5% dopo una riduzione complessiva da settembre di 75 punti), ma c’è anche chi scommette su una mossa ancora più netta, di mezzo punto percentuale che porterebbe dunque il tasso di sconto al 4 per cento. «Dopo questo taglio - ha detto Robert Brusca, di Fao Economics - di sicuro scenderà anche il tasso di sconto. Se la Fed vuole prendere di sorpresa i mercati nel tentativo di sciogliere il nodo sui mercati del credito, sarebbe più sensato tagliare di mezzo punto percentuale. Se, invece, vuole concentrarsi sull’economia reale, che sta rallentando ma non collassando, allora sarebbe meglio un taglio di un quarto di punto». Quanto all’occupazione il dato è positivo. L’economia Usa ha creato in novembre 94mila nuovi posti di lavoro contro i 70mila previsti dagli analisti e i 127mila di media negli ultimi 12 mesi. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato al 4,7% (4,8% la stima) e la paga oraria è cresciuta dello 0,5%. Il settore privato, tuttavia, ha creato «soltanto» 60mila posti di lavoro, sottolineano gli esperti. I futures (di dicembre) sui fed fund scontano comunque già pienamente un taglio di 25 punti base al 4,2%, con un 47% a favore di una riduzione al 4%. È probabile anche una mossa sul tasso di sconto ora al 5% dopo un calo complessivo di 125 punti base. Obiettivo della Fed è ridurre lo scarto con il target sui fed fund (che è il tasso di interesse a cui le banche effettuano operazioni di rifinanziamento overnight) per incentivare l’uso di questo sportello, dal quale tutte le banche, non solo quelle che hanno rapporti con la Fed, possono chiedere fondi di emergenza. L’ulteriore discesa dei tassi potrebbe aiutare l’economia Usa in fase recessiva. Gli esperti, infatti, ipotizzano per la prima volta in cinque anni una «recessione» degli utili aziendali. Lo spiega il quotidiano economico Financial Times, facendo riferimento alla contrazione dei profitti degli ultimi due trimestri. Le previsioni parlano, infatti, nel terzo trimestre di un calo dei profitti delle società quotate sullo S&P 500 del 4,5 per cento. Per il quarto, gli utili sono attesi di nuovo in flessione, ovvero in ribasso dello 0,8 per cento. Il quadro è preoccupante e conferma come la crisi del credito e le conseguenti svalutazioni operate dai colossi finanziari abbiano messo sotto pressione i profitti complessivi delle società Usa. Nel 2007, gli utili delle società quotate sullo S&P 500 sono attesi al 3,2 per cento. Si tratta del tasso di crescita peggiore dal 2002.

Ma per Edward Lazear, consigliere economico della Casa Bianca, l’economia americana «è ancora solida e non sembra destinata a cadere in recessione nonostante la crisi immobiliare». Poco variato il cambio del dollaro che ha chiuso a 1,46 sull’euro.

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