La popolazione mondiale cresce, ma il numero di operatori sanitari non è adeguato. Sono 53 milioni gli uomini e le donne che, in tutto il mondo, lavorano per fornire assistenza sanitaria di ogni tipo. Ma si tratta di una cifra insufficiente: lOrganizzazione mondiale della Sanità (Oms) stima infatti che sarebbero necessari almeno altri 5,7 milioni di operatori sanitari. In più, laccesso allassistenza è ancora molto irregolare poiché gli operatori sono distribuiti in modo sproporzionato nei vari Paesi e nelle regioni della Terra: il 42,3 per cento delle risorse umane ad esempio, si concentra nel Nord America e il 19,3 per cento in Europa, mentre lAfrica può contare solo sul 2,4 per cento, nonostante il 25 per cento del fardello globale delle malattie sia sostenuto proprio da questo continente. Come se non bastasse, lOms prevede che la stessa Africa corra il rischio di perdere il 30 per cento della sua forza lavoro, già gravemente ridotta, nei prossimi dieci anni.
Protagonisti della Giornata mondiale della salute sono stati questanno gli operatori sanitari impegnati «sul campo»: infermieri e medici innanzitutto, ma anche tutte le altre figure che contribuiscono alla tutela della salute. Fulcro dei dibattiti la carenza di personale sanitario e la necessità di sviluppare programmi di reclutamento e formazione.
«La forza lavoro della sanità è in crisi - sottolinea il direttore generale dellOms, Lee Jong-wook - e i piani per fronteggiare linfluenza aviaria, gli obiettivi di sviluppo del millennio e tutti i nostri sforzi per combattere le malattie prioritarie sono minacciati dalla carenza di operatori sanitari».
Grave è il problema del «processo a catena»: gli operatori sanitari, una volta formati, lasciano il loro Paese per lavorare nella parte occidentale del mondo, dove si vive meglio e vi è una elevata domanda per lassistenza alla popolazione anziana.
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