da Roma
Metti unattrice romana emergente, a metà mattina. Laspettano sia il sindaco di Reggio Calabria, che sotto scorta ha risalito lo Stivale per lanciare un evento significativo, nato in terra di ndrangheta per portarvi cinema e speranza, sia lamica del cuore, alle prese con un bebé indisposto. A chi poteva dare il due di picche la bella Carolina Crescentini, sempre meno sconosciuta, dopo aver interpretato Notte prima degli esami Oggi, nel ruolo di Azzurra, laddestratrice di delfini dagli occhi celesti? «Mi dispiace, ma non potevo fare a meno di portare aiuto alla mia più cara amica», dice C.C., andando controcorrente: stando alla cronaca di questi giorni, infatti,dalle parti di varie attrici sotto i trenta, coca e champagne battono amicizia e pannolini quattro a zero.
E pazienza se il Reggio Calabria FilmFest, di scena nella splendida città del Mediterraneo dall11 al 14 aprile, con star e registi di primo piano (da Francesca Neri a Pupi Avati), ieri non ha avuto lei per madrina: meglio poco professionali che cuori duri. Ventisei anni, padre e madre commercialisti, inizialmente spaventati dallavere, per casa, una ragazzina ribelle («mhanno fatto cambiare tre scuole, per mettermi in riga!»), Carolina discuterà di gioventù odierna, proprio al festival di Reggio,insieme allautore Federico Moccia e al regista Fausto Brizzi, ormai méntori dello splendore nellerba.
«Oddio, quanto sento ai tiggì di palpeggiamenti alle professoresse e di riprese orrende, con i telefonini, stento a crederci. Ma chi sono, questi ragazzi e questi insegnanti?», si domanda lei, catapultata prima dai Padri Salesiani («ci chiamavano col fischietto, un-due-tre, in fila!») e poi dai Gesuiti dellIstituto Massimo, onde non deragliare troppo dai binari di una sana istruzione borghese.
«Quando i miei capirono che, al liceo statale, mi stavo facendo prendere troppo dal movimento studentesco, simpensierirono. Eh sì, erano gli Anni Novanta, ma io li trattavo da Anni Settanta: rivolte, opposizioni e tutto quanto», rivela lattrice, in partenza per Pietroburgo, dove girerà, diretta da Giuliano Montaldo, la seconda parte del film San Pietroburgo, racconto storico-sentimentale delle vicende amorose e politiche di Fiodor Dostoevskij, il tormentato romanziere russo, che a quarantasei anni sposò una ragazza di ventuno, Anna Grigorevna Snitkina, già stenografa dei suoi scritti. Naturalmente, nei panni di velluto e taffettà dellamorevole Anna, si è calata la Crescentini. E con grande entusiasmo. «Questo personaggio deroina romantica, disposta a tutto per salvare il suo scrittore-idolo, che in soli quattro giorni, ricattato dagli editori, deve scrivere un romanzo, pena la cancellazione dei suoi diritti dautore, era scolpito nel mio destino», sospira Carolina, raccontando di quando il costumista Piero Tosi, al Centro Sperimentale di Cinematografia, le fece provare, quasi un presagio, un abito del 1860, «il mio anno portafortuna».
E come farà, lei che parla a mitraglia, col timbro romanesco delle giovani-bene di Monteverde, a trasformarsi in ottocentesca moglie devota? «Ho imparato a muovermi più lentamente, senza nessuna sporcatura di romanità. Lattore serbo Michy Manolovic, ossia Dostoevskij, recita in francese: una bella sfida, per me». E comè, lavorare con Montaldo, antico maestro esigente? «Incredibile. Un direttore dorchestra, capace di coinvolgere persino il macchinista e lelettricista, perché sentano lemozione del set. Girare a Carignano,in una casa abbandonata, piena di affreschi, avvolta dalla nebbia, è stato magico, per me, che midentifico con Alice nel paese delle meraviglie». E dopo San Pietroburgo, che la Jean Vigo distribuirà tra un anno? «Farò Asia, ragazza di borgata dalla vita poco limpida,ma in cerca di riscatto, in un thriller dellesordiente Marco Martani.
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