Sarà l'abitudine dei professori a parlare fino a che non suona la campanella, sarà che i professori hanno alcuni doti ma non quella della sintesi, sarà che stare ore in diretta tv piace non solo ai politici ma anche ai tecnici, sarà anche per tutto questo ma ieri la conferenza stampa di fine anno del premier Mario Monti non finiva davvero più. Oltre due ore e mezzo per dire quasi nulla. Parole forbite, sfoggio di inglesismi, qualche freddura: il professore ha spiegato a noi cittadini studentelli come gira il mondo. Non che la cosa non ci interessi, anzi. Lezione interessante. Ma volevamo sapere altro. Qualcuno dei giornalisti ci ha anche provato a chiedere cose molto banali, tipo: dopo averci tassato come bestie che cosa intende fare per lo sviluppo? Niente, come accade nelle aule universitarie, i professori rispondono solo se e come vogliono. Così festeggeremo domani Capodanno con alcune curiosità inappagate. Meno una: da ieri sappiamo - giuro l’ha detto lui - a chi parla Monti. Ai tedeschi. Sì, ha proprio detto che lui è lì a Palazzo Chigi per convincere l'opinione pubblica tedesca che lo guarda con apprensione. Ora, a parte la megalomania di uno che pensa che i tedeschi si sveglino al mattino angosciati da che cosa farà Monti, mi chiedo che diavolo ce ne freghi a noi dei tedeschi. Ci abbiamo combattuto contro una guerra mondiale e mezzo, abbiamo contenziosi aperti per stragi di nostri civili e ancora dobbiamo tenerceli buoni?
Io preferirei un presidente del consiglio che parlasse prima agli italiani che ai tedeschi, magari con meno supponenza e reticenza di quanto ha fatto ieri. Io vorrei che oltre al Financial Times leggesse anche i quotidiani italiani, cosa che ha detto di non fare per mancanza di tempo. Perché se li leggesse scoprirebbe un Paese reale che non è quello che incrocia nei club e negli alberghi esclusivi del mondo. I quotidiani italiani raccontano di imprenditori che si sparano perché lo Stato, cioè lui, non paga. Raccontano gli assurdi privilegi delle caste che lui non vuole toccare.
Raccontano di un Paese che la pressione fiscale sta mettendo in ginocchio ben più di quanto faccia lo spread manovrato dai suoi amici banchieri. Raccontano di un Paese in cui la rabbia sta salendo e che chiede al suo premier di parlare chiaro, in italiano e, se il caso, che mandi al diavolo i tedeschi. Tutte cose che ieri non sono accadute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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