CRESCITA EXPO-NENZIALE

Solitamente, sono allergico a qualsiasi cosa che vada oltre la prossima settimana. E quando sento parlare di progetti a lunga o lunghissima scadenza - affreschi, tunnel sottomarini, aeroporti semoventi, nastri trasportatori veloci, tram senza guidatori, una sinistra moderna e riformista - mi viene subito l’idea che ci sia sotto una fregatura, che sia il miglior modo per non farne assolutamente niente. Le chiacchiere e i megaprogetti sono praticamente una garanzia del «non fare» e per non riparare il buco nella strada sotto casa, la miglior strategia possibile è dire che in quella strada si pensa di farci un’autostrada. «Di nuovissima generazione», ça va sans dire.
Fatta questa indispensabile premessa, sono però convintissimo che l’Expò 2015 a Milano sia una grandissima occasione per l’Italia, per la Lombardia, ma anche per Genova, che è lo sbocco al mare dell’esposizione mondiale meneghina.

Il presidente dell’Autorità Portuale Luigi Merlo ha fatto benissimo a candidare le nostre banchine a porto dell’Expò, nella speranza che - per quell’epoca - non ci siano ponti sotto sequestro giudiziario con la conseguenza della perdita di traffici, terminalisti che litigano fra loro per qualche metro, magari senza essere a posto con i canoni, o camalli in rivolta perché qualcuno chiede loro di rispettare la legge. Nella speranza che, per quell’epoca, il Porto di Genova esista ancora. E che, magari, venga costruita anche qualche infrastruttura che renda logico (...)

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