Più promozione allestero e costi dellenergia meno esosi: sono le richieste sottolineate in rosso sullagenda che Michele Tronconi, presidente di Smi (Sistema Moda Italia), presenta al governo. Obiettivo, sostenere la crescita del settore che prosegue, certo, ma la strada rimane in salita e i livelli precrisi sono ancora lontani.
Secondo le previsioni, il fatturato 2011 del settore tessile moda dovrebbe riportarsi sopra i 50 miliardi (52.044 milioni, per essere esatti), con una crescita del 4,8% in termini nominali. In altre parole, il rialzo non dipende tanto da una maggiore produzione, quanto da un aumento di prezzo, strettamente dipendente, a sua volta, dal rincaro delle materie prime, energia in primis. E nel tessile, attività «trasformatrice» per eccellenza, di energia se ne usa tanta, soprattutto ai piani alti della filiera: ecco perché, sostengono - e non da oggi - gli imprenditori, bisogna ridurne il costo fiscale, riconoscendo lo status energivoro delle imprese tessili, con una corretta interpretazione della direttiva comunitaria.
Basterebbe una riduzione dell1% delle accise, spiegano, per ottenere nellarco di dodici mesi un aumento delle esportazioni del 5,86%, della produzione del 3,96% e del 3,07% dei consumi.
Cè poi unaltra questione urgente in attesa di risposta: il nodo dellIce. É stata decisa la chiusura dellistituto, ma non è ancora chiaro chi e come dovrà sostituirlo, con inevitabili ripercussioni sullexport, motore primo del sistema moda italiano: nel 2011 le vendite allestero varranno intorno ai 26 miliardi di euro, in crescita del 6,2%. Un risultato che consentirà di mantenere positivo il saldo commerciale con lestero, previsto sopra i sei miliardi di euro.
«Un aumento dell1% delle esportazioni - ricorda ancora Tronconi - per il tessile moda si traduce in una crescita del 3% per il fatturato interno, e del 2,25% di produzione: ecco perché occorre trovare unalternativa allIce, prevedendo strumenti a sostegno dellinternazionalizzazione dei nostri produttori». Anche perché il peso del settore sulleconomia del Paese è tale che ogni sua variazione, in positivo o in negativo, si ripercuote immediatamente sul Pil e sulloccupazione nazionale.
Rassicuranti, a questo proposito, le previsioni sullimmediato futuro.
«La crescita della moda si decide allestero»
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.