Bisogna prendere per via Romana di Voltri, arrivare davanti alla chiesa di Sant'Eugenio di Crevari e lasciare la macchina. Si arriva così al cimitero di Crevari. Se poi si opta per i mezzi pubblici c'è il «96» (Voltri-Crevari; Crevari-Voltri). Nascosto tra gli alberi con vista mare come cornice, il camposanto gode complessivamente di buona salute. «Questo perché il camposanto è piccolo - spiegano subito Carlo e Lidia -. C'è ancora molta solidarietà tra noi. Veniamo qui, spazziamo, tagliamo l'erba e quando serve cambiamo i fiori a chi ce lo chiede. Ma lì dove noi non arriviamo, nessun altro arriva. Basta dare un'occhiata alla cripta: ha i muri completamente screpolati e soprattutto l'impianto elettrico è fatiscente. I fili penzolanti rischiano prima o poi di fare qualche danno».
E in effetti è sufficiente entrare nella cripta, posta al centro del cimitero (in precedenza era una chiesa), per capire che è necessaria una maggiore manutenzione. Servirebbe un elettricista, così come non sarebbe male se qualche muratore mettesse mani ai muri. Il viale che porta dritti al cimitero (soprattutto accanto all'ingresso) è pieno di erbacce, arbusti e canne secche. «Ma non soltanto - continuano Carlo e Lidia -. A cosa servono tutti quei tubi di ferro appoggiati ai piedi delle tombe? Va bene per i macchinari, sappiamo che stanno lavorando per contenere i muri che crepano, ma la carriola, i contenitori di plastica e le corde poste subito dopo l'entrata, potrebbero essere poggiati altrove. Non crediamo sia questo il giusto modo di dare il benvenuto a chi viene a visitare il cimitero. E soprattutto sembra una fortissima mancanza di rispetto nei confronti dei defunti».
Malgrado i problemi denunciati in questo luogo sacro regna comunque un clima familiare. Familiarità che diventa rabbia e scontento soprattutto nei confronti della pubblica amministrazione della mancata poca manutenzione che lo stesso cimitero chiede.
Scendendo giù per via Romana di Voltri e imboccando via delle Fabbriche, si arriva nella località di Fiorino. Poco prima della chiesa di San Michele Arcangelo, passando per un ponte, si giunge (con fatica) al cimitero di Fiorino, dove la parola d'ordine è: rispetto e decoro. Curato, sistemato in ogni suo angolo con le siepi tagliate in modo uniforme: così si presenta questo piccolissimo camposanto. «Vorrei ben dire - spiega la signora Antonietta, che abita poco distante -.
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