Per Criscito esordio azzurro

(...) Allora giocava da libero, elegante, testa alta, autorevole e autoritario. Eppure mai vestì la maglia azzurra, né fu mai neanche convocato. Altri tempi, certo. Ma ora, da sampdoriano d’antan, non me la sento più di avallare il giudizio di quello del Bar Sport: «Mi, m’piasa Lippi»? No, non mi piace proprio. Non mi va che ieri abbia sconvolto ancora le previsioni degli esperti (fra quelli, io non ci sono) e degli esteti del calcio (fra quelli, mi ci ficco). Mi limito ai rossoblucerchiati: ma come? mi convoca Angelo Palombo, che è quello che ha portato ai pre-mondiali in Sud Africa a fare il turista, l’ha parcheggiato in panchina e non gli ha lasciato fare neanche la gita per vedere i Big Five del Parco Kruger? E mi convoca il genoano Salvatore Bocchetti che, invece, aveva ignorato per la trasferta nel Paese della Città del Capo? E adesso aggrega alla comitiva anche l’altro genoano Domenico Criscito, finora lasciato sistematicamente e immeritatamente a bagnomaria?
In compenso, non solo conferma l’ostracismo ad Antonio Cassano - va be’, vuol dire che ce ne faremo una ragione, ce lo teniamo fresco, allegro e riposato per la rivincita nei derby -, ma, udite! udite! molla anche Giampaolo «Pazzo» Pazzini che sembrava entrato nelle corde del ct e, a dispetto dell’affettuoso nomignolo (e a differenza, lo ammetto, di Totò nostro-Maradona de noantri), è uno tutto casa e campo di Bogliasco, e al massimo, quando trasgredisce, dicono che si prenda un gelato da Peruzzi a fine allenamento... Via, Lippi! Elegante lo sei rimasto, e anche libero. Di scegliere. Magari sei diventato più autoritario che autorevole, anche se vinci i mondiali (e ti fai strapazzare dall’Egitto). Ma a testa alta, con queste convocazioni, non ci puoi più andare come allora. «Mi, m’piasa Lippi»? No, così non mi piace. Mi sa che ci torno, a Borghetto Borbera, al Bar Sport.

So (immagino, spero) di trovarci ancora quello di Cagliari-Sampdoria, della birra e degli sfottò, davanti alla tivvù. Per parlare di calcio che non c’è più, ma soprattutto di calci che ci sono: alle previsioni degli esperti e alle illusioni di noi poveri, anacronistici, inguaribili esteti dello spettacolo della palla rotonda.

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