«Crisi alle spalle se tutti insieme remiamo nella stessa direzione»

«Arriveremo a fine 2009 a fare 3,3-3,4 miliardi di fatturato, di ricavi»: lo annuncia l’amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono, nel corso di un incontro sulle strategie industriali di Fincantieri nella facoltà di Ingegneria. «La speculazione finanziaria - aggiunge subito dopo Bono, parlando della crisi internazionale - non fa parte del mondo dell’industria. Per l’azienda il reddito deve essere uno strumento di crescita. L’impresa non deve puntare solo alla produzione di ricchezza, ma anche alla continuità nel tempo. Per lo sviluppo, certo, devi avere i profitti. Fino alla fine del 2008 non abbiamo avuto debiti e per tempo ci eravamo attrezzati per un aumento di capitale con la quotazione in Borsa, ma ce lo hanno impedito». Il riferimento è alla battaglia ingaggiata dal sindacato Fiom Cgil, che ha remato contro l’ingresso a Piazza Affari che avrebbe portato denaro fresco indispensabile per effettuare nuovi investimenti. «E siccome le navi si pagano alla consegna - insiste Bono -, avevamo difficoltà a finanziare la costruzione e ci siamo trovati a dover reperire 600 milioni di euro. Li abbiamo trovati e continueremo a pagare i lavoratori e i fornitori». Sul futuro di Fincantieri, l’amministratore delegato di Fincantieri si è detto «realista. Dobbiamo ribaltare la cultura d’azienda verso la responsabilità delle singole componenti, verso l’etica, che significa fare il proprio dovere.

Se ci impegniamo tutti, ma proprio tutti - sottolinea ancora una volta - e remiamo nella stessa direzione, abbiamo tutte le possibilità e le capacità per superare la crisi. Altrimenti, ci sarà qualcuno che approfitterà della nostra debolezza e ci eroderanno quote di mercato, in un mercato che è più piccolo rispetto a prima».

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