Cultura e Spettacoli

Crisi, anche le star del cinema si tagliano i cachet

La crisi economica colpisce Los Angeles: ridotti i budget per i film, chiudono i festival, persi spettatori. L'anno scorso gli attori hanno incassato 487milioni di dollari, le attrici 245

Crisi, anche le star del cinema si tagliano i cachet

New York - Forse dovranno rinunciare alle ville losangeline. Forse all'aereo privato. Forse non si getteranno più negli shopping folli di Beverly Hills. Forse avranno ancor più bisogno di psicanalisti e di chirurgia plastica per nascondere rughe e tristezza. Povere non diventeranno, ma meno ricche certamente: alle star di Hollywood stanno per essere ridotti drasticamente i cachet miliardari. Per molti di loro non si prospetta un classico «lieto fine» nel cuore di una recessione che sta ferendo anche la creatività di Hollywood. Mentre inizia un 2009 all'insegna delle ristrettezze, l'impero delle stelle sembra quasi più occupato a licenziare che non scritturare, pesando ancor più sul budget anoressico di una California che da sempre contava sugli studios, sui 200.000 posti di lavoro creati dall'industria dell'entertainment e sui 30 miliardi di dollari da essa pompati nel budget di Arnold Schwarzenegger. «Possiamo eliminare i tappeti rossi e le limousine - ha spiegato il manager Marty Kaplan -. Possiamo eliminare costose anteprime, ma se continuiamo a spendere 100 milioni di dollari per dei film che raramente hanno successo, allora il mondo del cinema è davvero un mondo di pazzi». Mentre Steven Spielberg fatica a convincere i soliti investitori a fidarsi dei suoi progetti, come sempre ad alto contenuto di successo di autore, Hollywood riduce gli stipendi delle star e quest'ultime si rassegnano. Il primo è stato Jim Carrey (l'unico attore comico a farsi pagare 20 milioni di dollari a film) che per il prossimo progetto ha accettato di rinunciare ad un anticipo fisso in cambio di una percentuale sugli incassi. Finiti sono i contratti d'oro: nel mondo ancora maschilista del cinema americano, l'anno scorso gli attori si erano fatti pagare 487 milioni di dollari; le leading ladies 245 milioni di dollari. Basta sommare queste cifre per capire che Hollywood era convinta che lo star power vendesse. Oggi invece anche la Warner Brothers (al primo posto per gli incassi tra gli studios californiani) punta su protagonisti «a buon prezzo». E le star si devono adattare mentre il cinema imita Detroit: se quest'ultima conta tristemente milioni di vetture invendute, Hollywood prospetta di perdere nei prossimi mesi il 5,2 per cento degli spettatori, di vendere cioè un miliardo e 400 milioni di biglietti in meno. Per non parlare delle vendite dei dvd, che negli Usa sono già calate del 9 per cento. Così gli attori di Hollywood si mettono in saldo: Uma Thurman e Minnie Driver hanno accettato di apparire nel nuovo Motherhood con un cachet ridottissimo, così come Jeff Daniels in Arlen Faber: entrambe le pellicole sono costate solo 12 milioni. Persino Will Smith, l'attore più pagato di Hollywood che in soli tre anni ha guadagnato 80 milioni di dollari - spaziando dai thriller fantascientifici come I am legend al dramma umano de La ricerca della felicità - ha ricevuto una telefonata del suo agente che l'ha avvertito che anche il suo cachet, nel 2009, verrà ridotto. Se Smith vorrà interpretare il presidente Obama nel film sulla sua incredibile ascesa alla Casa Bianca dovrà rinunciare ad un contratto miliardario. E seguire l'esempio di Harrison Ford che insieme al regista Roger Michell ha ridotto ai minimi termini il suo cachet per interpretare Morning glory - che dal budget iniziale di 65 milioni di dollari è sceso a 40. La sua giovane co-star, l'attrice Rachel McAdams, ha dimezzato il suo stipendio di 4 milioni di dollari pur di lavorare con lui. «Da quando sono entrato nel mondo dell'entertainment - spiega l'agente Ron Bernstein dell'agenzia Icm - Ho sempre cercato di far aumentare i cachet dei miei clienti. Adesso dobbiamo far inversione di rotta. E non è facile dire ad una star che, come prodotto, non vende». In cima alla lista di attori che «non rendono più» c’è Nicole Kidman, che nel 2008 ha fatto guadagnare agli studios coi quali ha lavorato (soprattutto per la pellicola Australia) solo un dollaro per ogni dollaro del suo stipendio. Non rende più nemmeno Cameron Diaz, oggi l'attrice più pagata del mondo coi suoi 50 milioni di dollari guadagnati in un solo anno di lavoro. In cima alla classifica degli attori più pagati, invece, rimane ancora Leonardo Di Caprio, ma anche il suo stipendio di 20 milioni a pellicola sta per essere ridimensionato così come circola voce che la Walt Disney abbia scritturato Nicolas Cage per il nuovo film d'avventura, The sourcerer's apprentice, a prezzo scontato. Meryl Streep ha ridotto del 25 per cento il suo cachet per interpretare Julie and Julia, diretto da Nora Ephron: un film che alla fine costerà 35 milioni di dollari invece di 50. Il regista Ron Howard si offre anche lui ad un prezzo scontato, mentre negli Usa chiudono molti festival del cinema e Hollywood punta su 17 remake. Ma proprio ieri, sul New York Times, il giornalista Brook Barnes ha proposto Hollywood quale buon investimento: «Le banche falliscono, Wall Street crolla, i quadri di Warhol non vendono, Madoff ha bruciato miliardi.

Se investi nel cinema per lo meno ti presentano Angelina».

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