Nonostante il mondo sia sempre più immerso nella realtà virtuale, quando si tratta di affari le cose vanno viste, assaggiate, toccate con mano.
Nessuna foto, per quanto dettagliata, può sostituire la visione diretta del prodotto. È per questo che il business delle mostre e delle esposizioni appare in ottima salute e la regina assoluta delle nostre fiere è proprio il Salone del Mobile che è partito ieri a Milano per la sua cinquantesima edizione.
I numeri sono impressionanti : l'industria dell'arredamento e del design, uno dei fiori all'occhiello per la nostra economia, «pesa» per oltre 33 miliardi di euro, con una quota significativa di esportazioni. Questo settore-gioiello ha il suo volano e la sua vetrina proprio nel salone milanese, che rappresenta un indotto «ufficiale» per il capoluogo lombardo del valore di quasi mezzo miliardo, senza contare il valore delle iniziative parallele innescate dall'evento, con la presenza di circa 2800 espositori ed un numero sbalorditivo di eventi che stanno letteralmente «occupando» tutte le vie della città. Ma il Salone del Mobile non è il solo a raccogliere consensi: anche le altre manifestazioni legate al made in Italy o comunque organizzate in Italia sembrano registrare un incoraggiante tendenza: a Verona, ad esempio, si è appena chiuso il Vinitaly, la rassegna dedicata alle eccellenze della produzione enologica, un'altra delle perle del nostro export. La rassegna ha fatto registrare il suo record assoluto per numero di visitatori stranieri (quasi 50 mila) con numerosi contatti avviati e significative prospettive di incremento del giro di affari per i produttori. Questi numeri non sono casuali e dovrebbero essere attentamente colti ogni volta che ci si domanda quale possa essere il futuro dell'industria italiana, minacciata dalla delocalizzazione e dalla produzione a basso costo dei concorrenti orientali: l'arte dell'esposizione e della costruzione dell'evento non sono replicabili a basso costo, perché alla riuscita di un expo contribuiscono molti fattori «immateriali» che si aggiungono all'esperienza e al know-how dell'industria dell'allestimento.
Tali fattori includono elementi esclusivi, quali la piacevolezza del luogo dove viene ospitata la mostra (si pensi alla Biennale di Venezia) per proseguire con la qualità del cibo, dell'alloggio e persino alla bellezza delle feste che accompagnano gli eventi (come è, senza dubbio, il caso di Milano). Insomma, altre capitali avranno maggiori fondi ed infrastrutture più efficienti, ma la verità è che la gente in Italia viene volentieri a fare affari.
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