Gli economisti? Fanno i maghi. Con le palle di cristallo degli altri.
Uno si fa chiamare Barbanera, l’altro è diventato famoso come Dottor Destino. Entrambi di mestiere fanno previsioni. La sorpresa, per chi non conosce già i due personaggi, è che tra i due l’astrologo è Barbanera mentre l’evocativo soprannome di «Dr Doom» corrisponde all’economista più citato dell’ultimo anno, Nouriel Roubini. Il professore di origine turca della New York University è diventato famoso perché, a forza di spargere previsioni di iattura sullo stato di salute della finanza mondiale, alla fine ci ha azzeccato. E, di fronte alle decine di colleghi che ancora suonavano il valzer dell’ottimismo sulla tolda del Titanic, lui si è trasformato da inascoltata Cassandra in consultatissimo, infallibile previsore. Una fama che vale si trasforma in visibilità, ergo in soldoni, in un’epoca in cui gli economisti sono diventati star, oracoli a gettone da interpellare su qualunque tema. Oracoli che finiscono sulla prima pagina di Time, incoronati uomini dell’anno come il primo banchiere del mondo, il capo della Fed Ben Bernanke. E, com’è noto, la Chiesa con i veggenti ha sempre avuto un rapporto tempestoso.
Dunque dovrebbe stupire fino a un certo punto l’affondo del Papa che, invitando a non dar retta a «improbabili pronostici», ha accomunato astrologi ed economisti. L’accostamento ha fatto storcere qualche naso professorale, ma in realtà la mossa comunicativa di Benedetto XVI è particolarmente centrata, perché l’economia-spettacolo che ormai domina giornali e talk show adotta proprio le regole comunicative con cui gli astrologi vendono le loro certezze al pubblico pagante.
Moderni aruspici, Barbanera legge le viscere dello Zodiaco, il Dottor Destino quelle dei numeri: ma quando bisogna far previsioni evitando di essere sbugiardati, il metodo migliore è usare l’«effetto Barnum», dal nome del circo più famoso del mondo che aveva attrazioni per tutti i gusti. E così fanno, da sempre anche gli astrologi: prevedono tutto e il contrario e comunque vada gireranno la frittata a loro favore. Sacerdoti del «ma anche». E valli a rimproverare: Veltroni sul «ma anche» ci ha costruito un partito, loro si limitano a scrivere una paginetta di oroscopo.
Evocati in tv come guru, le grandi firme dell’economia sembra non abbiano trovato di meglio che andare a lezione dai colleghi esperti di costellazioni. Come ogni anno, gli scettici del Cicap hanno sbugiardato le previsioni astrologiche, ma hanno anche raccolto esempi di previsioni cerchiobottiste per mostrare come gli oroscopisti sfruttino l’effetto Barnum. Il confronto con gli economisti di grido è impietoso. L’astrologo di Vanity Fair Antonio Capitani ha scritto: «Manco l'anno prossimo, probabilmente, ci sarà trippa per gatti ... per quanto “sotto sotto” le cose comincino gradualmente a migliorare». E Nouriel Roubini, a chi gli chiedeva se la crisi sarebbe finita ha risposto secco «No». Ma poi ha aggiunto: «Ma la luce in fondo al tunnel c'è». E il quotatissimo professor Jean Paul Fitoussi? Aveva previsto per il 2009 «un anno difficile ma con segnali anche positivi».
Barbanera è perfino più preciso: «Il tempo dei sacrifici non è terminato, ma non si potranno disconoscere concreti cambiamenti sia sul piano fiscale sia su quello lavorativo».
E l’uomo dell’anno Bernanke? «Ho visto un certo consenso tra i previsori riguardo il fatto che siamo in ripresa» ma anche «si avvertirà un’economia molto debole per un certo tempo». Sai che mago.Sconsolato Massimo Polidoro, presidente del Cicap: «Qualche economista ha imparato la lezione di furbizia. Di questo passo l’anno prossimo ci toccherà sbugiardare anche i maghi della finanza».
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