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Crisi, la California a rischio bancarotta E Schwarzy taglia le buste paga

Il governatore obbliga i dipendenti pubblici a prendersi due giorni di permesso non retribuito ogni mese. Bloccate le assunzioni

Crisi, la California a rischio bancarotta 
E Schwarzy taglia le buste paga

Se è vero che «quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare», come sentenziava John Belushi, il Jake Joliet dei Blues Brothers, alla California di questi giorni da dimenticare, ridotta com’è sull’orlo della bancarotta, nonrestavacheaffidarsi al più duro tra tutti i duri disponibili sulla piazza. Anche perché ce l'aveva già in casa: Arnold Schwarzenegger, il governatore dai pettorali sconfinati, dalla mandibola perentoria e da quell’inglese tutto suo, reso duro e minaccioso dalla metallica cadenza della Stiria. E lui ha risposto alla richiesta di aiuto, con la cieca obbedienza del buon Terminator e la mano pesante di un Conan il Barbaro.

L'ex campione di culturismo,soprannominato Quercia austriaca, ha infatti annunciato a tutti i dipendenti pubblici di un ormai impallidito Stato del sole «l'obbligo a concedersi» due giorni di licenza non retribuita al mese di qui alla metà del 2010. «Siamo sull’orlo della bancarotta e dobbiamo far cassa in fretta», ha intimato il muscoloso governatore, che dopo una disastrosa stagione di incendi si trova ora nella necessità di risparmiare denaro per via di un ben più bruciante deficit di bilancio da record, giunto a superare i 40 miliardi di dollari. Cifra resa perdipiù rovente da una paralisi legislativa che pare renderne molto difficile, se non impossibile, lo spegnimento.

Le vacanze forzate inizieranno a febbraio 2009 per concludersi nel giugno 2010, ha sentenziato Schwarzenegger nel suo atto esecutivo. L'ex campione di culturismo ha inoltre imposto a tutti i dipartimenti del governo statale un taglio del 10 per cento sul loro costo del lavoro, ricorrendo se necessario a licenziamenti. «Per colpa di questa difficile congiuntura economica, ogni famiglia e ogni impresa californiana è stata obbligata a fare rinunce e a dover apportare tagli al proprio bilancio - ha spiegato il governatore -. Come logica conseguenza il governo statale non può certamente esimersi dal fare altrettanto, tirando a sua volta la cinghia».

La draconiana decisione è arrivata dopo che Schwarzenegger avevagiuratodi volerporre ilveto a un pacchetto legislativo teso ad aumentare le tasse (e contenente per la verità anche alcuni tagli di spesa) approvato venerdì dal Congresso californiano. A giudizio della maggioranza democratica, questo era l’unico modo per sanare il deficit di 42 miliardi di dollari che ha depresso i prezzi dei titoli di Stato californiani, costringendo inoltre a bloccare un piano di lavori pubblici da 3,8 miliardi di dollari di lavori pubblici. Deficit che, minacciando di mettere il più popoloso Stato americano nella condizione di non poter pagare i propri conti già dal febbraio prossimo, lo pone così di fatto nella condizione di quasi bancarotta.

«La licenza forzata vorrà dire un taglio del10 per cento in busta paga», ha stimato Chris Voight, direttore dell'Associazione californiana professionisti scientifici, che rappresenta 3mila scienziati che lavorano per lo Stato e che insieme al sindacato Service Employees ha annunciato di voler dare battaglia sia per bloccare la decisione di Schwarzenegger, sia qualsiasi licenziamento dal momento che violerebbe gli accordi collettivi. «Siamo pronti a perseguire legalmente il governatore con l’accusa di pratica ingiusta - ha aggiunto la sindacalista Yvonne Walker-.  Riteniamo che questo sia un mercanteggiamento regressivo e per il governatore un modo improprio di porsi al di fuori delle forme di negoziazione esistenti».

Schwarzennegger ha però tirato diritto. Ha anche ordinato ai legislatori statali di riunirsi in sessione speciale «per ingaggiare una lotta corpo a corpo»" con la crisi. Richiesta che Terminator ha fatto per la terza volta dal 6 novembre scorso. E ha nuovamente invocato i poteri garantitigli nel 2004 per dichiarare un’emergenza che mette di fatto i legislatori nella condizione di dover colmare il gap di bilancio in 45 giorni. Se non dovessero farlo entro la data richiesta, sarebbero messi nell’impossibilità di procedere a qualsiasi altro lavoro legislativo, ha ringhiato. Parole da lui.

Parole da duro.

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