La crisi può essere unopportunità per interrogarsi sui limiti del nostro Paese e per spingere sul pedale delle riforme. Ne è convinto il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che in unintervista al Messaggero ha evidenziato che per superare la paralisi economica è necessario dare avvio alla soluzione dei «nostri mali strutturali: troppa economia pubblica, troppe corporazioni, regole vecchie per i servizi pubblici locali e per le professioni, gap nel funzionamento della pubblica amministrazione, carenza di infrastrutture». Per il ministro è arrivato il tempo di farsi delle domande: «È lora - ha spiegato - di un esame di coscienza collettivo». Il giudizio dei mercati è «una fotografia dellItalia e dellEuropa» che permette di rilevare le fragilità, le arretratezze, gli egoismi, e i vizi italiani. Brunetta ha indicato anche lobiettivo che lItalia deve perseguire in questa fase: «Dobbiamo convincere i mercati che siamo un Paese forte, sano, capace di competere, di crescere e soprattutto di onorare nel lungo periodo il proprio debito». Il ministro ha suggerito di «costruire una traiettoria di rientro dal deficit che non uccida il paese, e per farlo dobbiamo modulare i tagli». Per quanto riguarda invece il ruolo del presidente del Consiglio e leventualità di un governo tecnico, Brunetta rileva che «è uno sport banale scaricare la colpa su chi governa e in ogni caso non spetta ai mercati ma agli elettori fare e disfare i governi: questo compito spetta agli italiani.
I tecnici facciano i tecnici e i politici facciano i politici». Infine il ministro ha commentato il rapporto tra Berlusconi e Tremonti: «La collaborazione tra i due ha funzionato, certamente con molte scintille ma anche con numerosi risultati».«La crisi ci offre lopportunità di accelerare sulle riforme»
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