«La crisi dei mutui Usa non toccherà l’Italia»

Faissola: «Il nodo derivati? Spetta alle singole banche»

da Milano

L’«infezione» provocata nel credito europeo dai mutui ad alto rischio degli Stati Uniti non si propagherà al sistema bancario italiano, che al contrario uscirà «sostanzialmente indenne» dall’attuale crisi di fiducia. A rassicurare il mercato, all’indomani delle positive attese per fine anno per il credito italiano firmate dalla casa di analisi internazionale di Fitch, è stato ieri il presidente dell’Abi, Corrado Faissola.
L’avvocato-banchiere, che siede anche al vertice di Ubi Banca, ha escluso «in maniera categorica e assoluta» un peggioramento dell’esposizione del sistema bancario italiano verso i mutui subprime d’Oltreoceano. «I dati delle semestrali e delle trimestrali tra poche settimane evidenzieranno se ci sono posizioni diverse da quelle finora dichiarate», ha aggiunto Faissola al termine dell’esecutivo dell’Abi, ricordando come Bankitalia abbia avviato la raccolta dei dati.
Quanto, invece, al problema dei prodotti derivati venduti da alcuni gruppi bancari alle aziende clienti contro l’altalena del costo del denaro, Faissola non si è sbilanciato: «È una materia di competenza delle singole banche», ha specificato il presidente dell’Abi, aggiungendo che «sul mercato operano i diversi intermediari che nel rispetto delle norme di legge e delle loro policy collocano prodotti che hanno una natura assolutamente normale, prodotti finanziari che di per se stessi non presentano alcuna controindicazione di carattere generale».

L’attenzione in Piazza Affari, tuttavia, rimane elevata e nei giorni scorsi a farne le spese è stata anche Unicredit che ha denunciato una perdita potenziale di 1 miliardo per i clienti su un controvalore totale dei contratti da 30 miliardi: gli operatori temono una battaglia giudiziaria simile a quella che sta fronteggiando Italease.

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