Roma - "Segnali incoraggianti" per
la crisi finanziaria in atto. Il Governatore della Banca d’Italia, Mario
Draghi, è ottimista sull'inizio della ripresa. Tanto che "si
prevede che la crescita riprenderà nel 2010". Leggendo le sue considerazioni finali all’Assemblea annuale dell’istituto, il
governatore ha osservato che dalla metà di marzo "le tensioni sui
mercati finanziari si sono allentate", le quotazioni di borsa sono
tornate su livelli di inizio anno, "gli indicatori qualitativi
dell’economia reale mostrano un’attenuazione delle spinte
recessive".
"Nel 2009 la crisi non si attenua" Ma per quest'anno Draghi rimane cauto. "Una volta superata la crisi, il
nostro paese si ritroverà non solo con più debito pubblico, ma
anche con un capitale privato .. depauperato dal forte calo degli
investimenti e dall’aumento della disoccupazione".
Quest’anno in Italia "la crisi mondiale determinerà, secondo le
previsioni più aggiornate, una caduta del Pil di circa il 5%", mentre il
deficit pubblico dovrebbe salire a oltre il 4,5% del Pil (oltre il 5% nel
2010). A fine crisi il debito/pil sarà a livello dei primi anni novanta,
ovvero in area 120%.
Disoccupazione: "Può salire oltre il 10 %" Allarme disoccupazione: Draghi avverte che i lavoratori in cassa integrazione e coloro che cercano appunto un impiego sono
già oggi l’8,5% della forza lavoro ma questa quota "potrebbe salire
oltre il 10%". Con quali conseguenze? "Proseguirebbe la
decurtazione del reddito disponibile delle famiglie e dei loro
consumi" e, riducendosi i consumi, "le imprese potrebbero reagire
restringendo ancora i loro acquisti di beni capitali e di input
produttivi". Per Draghi, comunque, gli interventi del governo a
favore delle famiglie meno abbienti e le misure sulla rottamazione "stanno fornendo un temporaneo ausilio".
"Ora riforma degli ammortizzatori sociali" È il momento di cogliere
l’occasione di una riforma "organica e rigorosa" degli
ammortizzatori sociali. E' questo il monito lanciato al governo da Draghi. "Va colta oggi - ha
detto - l’occasione per una riforma organica e rigorosa, che
razionalizzi l’insieme degli ammortizzatori sociali esistenti e ne
renda più universali i trattamenti". "Non occorre - ha spiegato - rivoluzionare il sistema attuale. Lo si
può ridisegnare intorno ai due tradizionali strumenti della cassa
integrazione e dell’indennità di disoccupazione ordinarie,
opportunamente adeguati e calibrati. Essi andrebbero affiancati da
una misura di sostegno al reddito per i casi non coperti, come
avviene quasi ovunque in Europa e come prospettato nel Libro
bianco del governo".
A rischio le Pmi Secondo il governatore rischiano la chiusura le piccole imprese con meno di 20 addetti,
duramente colpite dalla crisi economica. Draghi sottolinea che "a risentire della
crisi sono soprattutto le imprese piccole, sotto i 20 addetti; nella
sola manifattura se ne contano in tutto quasi 500.000, con poco
meno di due milioni di occupati".
"Subito la riforma delle pensioni" L’Italia deve decidere subito
riforme che taglino la spesa corrente, a partire da quella
pensionistica, anche con effetti differiti nei tempi.
Solo in questo modo si possono porre le condizioni perché l’Italia,
uscita dalla crisi, possa avere un’alta crescita nel medio periodo. "Le misure di riduzione della spesa corrente vanno introdotte nella
legislatura subito, anche se con effetti differiti", scrive il
governatore. "Il graduale incremento dell’età media effettiva di
pensionamento assicurerà l’erogazione di pensioni di importo
unitario adeguato".
All’Italia servono poi politiche anti-crisi a favore delle imprese su
varie direttrici: un buon sistema di ammortizzatori sociali, una
riduzione dei tempi di pagamento dei debiti da parte della PA e una
sospensione temporanea del versamento del Tfr all’Inps,
un’accelerazione nel campo delle infrastrutture.
"Più lungimiranza delle banche nei finanziamenti alle imprese" In questa fase di crisi
economica serve "lungimiranza" da parte delle banche nel valutare
i finanziamenti da dare alle imprese, evitando quindi eccessive
restrizioni nell’offerta di credito, ha sottolineato Draghi. "Le banche italiane - ha detto Draghi - non hanno
eredità pesanti nei loro bilanci. Utilizzino questo vantaggio nei
confronti dei concorrenti per affrontare un presente e un futuro non
facili. Valutino il merito di credito dei loro clienti - ha aggiunto - con
lungimiranza. Prendano esempio dai banchieri che finanziarono la
ricostruzione e la crescita degli anni Cinquanta e Sessanta".
La replica di Berlusconi "Non ho ancora visto la relazione" del governatore della Banca d’Italia "ma mi hanno detto che è molto positiva e attenta all’ottimismo". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, oggi all’Aquila all’inaugurazione di alcuni reparti dell’ospedale del capoluogo abruzzese. Il premier fa proprio l’appello alle riforme di Draghi e aggiunge: "Siamo qua a lavorare per questo. Abbiamo tutti l’intenzione di fare ciò che è necessario, nei tempi più brevi possibili".
"Non ho ancora visto la relazione" del governatore, ha risposto il premier ai cronisti che, mentre visitava i padiglioni riaperti dell’ospedale dell’Aquila, gli chiedevano un commento alle parole di Draghi. "Ma - ha aggiunto - mi hanno detto che è molto positiva e attenta all’ottimismo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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