Crisi greca: è allarme sui conti, ma il governo di Atene ha fiducia sugli aiuti

La Grecia non ha centrato nessuno degli obiettivi di bilancio che le erano stati imposti in cambio degli aiuti concessi da Ue e Fmi a maggio del 2010. La rivelazione del settimanale tedesco Der Spiegel, che non cita le proprie fonti, è un vero e proprio uppercut per Atene.

La Grecia non ha centrato nessuno degli obiettivi di bilancio che le erano stati imposti in cambio degli aiuti concessi da Ue e Fmi a maggio del 2010. La rivelazione del settimanale tedesco Der Spiegel, che non cita le proprie fonti, è un vero e proprio uppercut per il Paese ellenico, impegnato nel disperato tentativo di convincere la troika Ue-Fmi-Bce a dare il via libera alla quinta tranche di aiuti (12 miliardi sui 110 totali), necessaria per evitare la bancarotta.
Il settimanale, all'interno di un'intervista assai preoccupata del commissario agli affari economici dell'Ue, Olli Rehn, afferma proprio che il rapporto della troika «dovrebbe evidenziare che la Grecia non ha assunto alcuno degli impegni di bilancio che le erano stati fissati in cambio degli aiuti». Non solo: secondo il settimanale l'ipotesi del Fmi, secondo cui Atene potrebbe tornare sui mercati dei titoli di Stato nel 2012, è attualmente impensabile, e il buco, stimato dallo stesso settimanale in 25 miliardi di euro, dovrà essere coperto in un modo o nell'altro.
Lo scenario, ovviamente, non rassicura Rehn, che infatti avverte: «Noi europei poniamo le stesse condizioni del Fmi», che proprio pochi giorni fa aveva sottolineato di aver bisogno di «garanzie» da parte di Atene prima di elargire gli aiuti.
Naturalmente, ha concluso Rehn, tutto dipenderà da quanto riferirà la troika (Fmi, Commissione Ue e Bce), ma, ha precisato, «la situazione è molto seria».
Le indiscrezioni dello Spiegel non sono però andate giù al ministro delle Finanze greco, Georges Papaconstantinou, che invece si è detto fiducioso sul versamento della tranche: «I negoziati» con la troika, ha dichiarato in un comunicato, «proseguono e si concluderanno nei prossimi giorni». La Grecia, ha continuato, «ha tutte le ragioni di credere che queste trattative si concluderanno positivamente», e che quindi il Paese «riceverà il versamento della quinta tranche». Le affermazioni dello Spiegel, insomma, «non hanno alcun rapporto con la realtà, per la buona ragione che il rapporto non esiste ancora», visto che «non è stato redatto». In appoggio alle precisazioni di Papaconstantinou è corso anche il Fondo monetario, che ha smentito il settimanale, chiarendo che «i colloqui con il governo greco sono in corso e dovrebbero finire presto».
Nel Paese, intanto, proseguono le proteste contro i tagli. Gli abitanti di Atene sono scesi anche questa sera in piazza al centro della capitale ellenica per protestare contro il piano di austerità messo in campo dal governo per sostenere i conti pubblici.

È il quinto giorno consecutivo di manifestazioni in piazza sul modello degli «indignati» spagnoli. Davanti alla tomba del milite ignoto si sono raccolte, secondo la polizia, 20 mila persone che reclamano una «vera democrazia» e sostengono che «la più grande violenza è la povertà».

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