Economia

Crisi, monito dell'Fmi: "E' allarme lavoro, ci sono rischi sociali"

Strauss-Kahn rilancia l'allarme disoccupazione che non permette a molti Paesi di superare la crisi: "In molti Stati, soprattutto quelli senza rete di tutele sociali, la povertà resta". A rischio i costi umani

Crisi, monito dell'Fmi: 
"E' allarme lavoro, 
ci sono rischi sociali"

New York - "La disoccupazione potrebbe continuare ad aumentare il prossimo anno" anche con un rimbalzo dell’economia. A rilanciare l’allarme lavoro è il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Dominique Strauss-Kahn, che mette in guardia sui rischi "per la stabilità sociale". "Per le persone che perdono il lavoro la crisi non è superata - afferma Strauss-Kahn - In molti paesi, soprattutto quelli senza adeguata rete di tutele sociali la povertà resterà". La crisi "non è superata. I costi umani e sociali possono peggiorare prima di migliorare".

L'allarme disoccupazione "La stabilità economica e la pace possono andare mano nella mano. E questo è vero soprattutto cooperano a livello internazionale". Strauss-Kahn ricorda che il Fondo è stato "creato per combattere le radici economiche della crisi e siede al centro degli sforzi multilaterali per raggiungere la stabilità economica fra i paesi". "Guardando alla crisi finanziaria globale attuale, la peggiore dalla Grande Depressione - spiega Strauss-Kahn - i rischi erano incredibilmente elevati. L’economia globale avrebbe potuto rischiare il collasso ma ci siamo allontanati dall’orlo" del collasso, "e il Fmi ha sicuramente giocato un ruolo. Anche se è troppo presto per cantare vittoria, abbiamo fatto quello che i padri fondatori si aspettavano da noi. E per citare Robert Frost, ha fatto la differenza. La crisi non è finita ma spero che il peggio sia alle nostre spalle. Sembra che abbiamo evitato il disastro".

Una guerra tra Paesi poveri Il Fondo denuncia che la posta in gioco sul tavolo della crisi "è molto alta nei paesi a basso reddito dove la popolazione è particolarmente vulnerabile" e per i quali "le conseguenze potrebbero essere disastrose" con marginalizzazione economica, instabilità politica e sociale e un crollo della democrazia che potrebbero sfociare in una guerra. Il diktat di Strauss-Kahn è perentorio: "Dobbiamo evitarlo". Da qui l’allarme sulle conseguenza della crisi per i paesi più deboli. L'Fmi ricorda, infatti, come "due drammatici shock, in rapida successione - lo shock delle materie prime alimentari e petrolifere e la crisi globale - hanno capovolto le fortune". "In molte aree del mondo - afferma Strauss-Kahn - la posta in gioco non è solo un’elevata disoccupazione o un ridotto potere d’acquisto ma la vita o la morte".

La pace come precondizione necessaria Il numero uno del Fondo monetario internazionale ricorda, quindi, che "la pace è una precondizione necessaria per gli scambi, per una crescita economica sostenibile e per la prosperità". Ma allo stesso tempo, aggiunge Strauss-Kahn, "la stabilità economica e un aumento condiviso della prosperità possono favorire la pace. E questo è più facile che accada in un’atmosfera di cooperazione economica, dell’apertura, un approccio multilaterale ai problemi economici e politici".

"Pace e prosperità possono nutrirsi una con l’altra e rafforzarsi a vicenda», aggiunge il direttore generale dell'Fmi, premendo affinché "vengano evitati gli errori della Grande Depressione".

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