Vertici Pedemontana in crisi, i pendolari possono aspettare. Sintesi del dopo Vitale: le dimissioni che leconomista Marco Vitale, presidente di Pedemontana, ha rassegnato con una letterina indirizzata a Giulio Sapelli - presidente di Asam, lholding che raggruppa le partecipate della Provincia di Milano - sono un segnale preoccupante per gli automobilisti lombardi.
Cè infatti a rischio la realizzazione dellasse autostradale che, secondo i progetti, collega lovest e lest lombardo. Progetto da quattromila milioni di euro che rischia di restare sulla carta per colpa dellimmobilismo dei soci. Chiamata in causa che, tra laltro, pure Giuliano Asperti, ad della società, ha messo nero su bianco in una nota riservata ai soci. Che però restano in silenzio, ad esclusione di Filippo Penati: il presidente, a nome e per conto della Provincia di Milano, garantisce che «Pedemontana e Tem restano una priorità», che «limpegno del governo si è esplicitato in questa direzione» e che, attenzione, «anchio lavoro in questa direzione». Primo atto dellimpegno si concretizza con dieci milioni di euro che lamministrazione di via Vivaio è pronta a versare nelle casse di Pedemontana, «rifinanziamento indispensabile per il prosieguo dellattività sociale» osservano dagli uffici di Penati.
Ma il problema, chiosa la Margherita, non è solo di natura finanziaria: «Penati deve sciogliere il nodo sulla situazione di Pedemontana, magari anche attraverso Serravalle». E, questo, in soldoni significa mettere mano ai vertici della società autostradale di Assago, dove oggi siedono, rispettivamente il presidente e lad, Giampio Bracchi e Massimo Di Marco. «Entrambi devono rendere conto delloperato - insieme al professor Sapelli - perché rispondono al mandato politico del consiglio provinciale. Qual è? Asfaltare la Lombardia come chiesto da Penati e dai consiglieri dopposizione e di maggioranza, tranne le anime belle della sinistra radicale e massimalista», afferma Forza Italia.
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