Crisi di governo in Romania. A meno di due mesi dalle elezioni presidenziali del 22 novembre e in piena recessione economica, la coalizione di governo di Bucarest, composta da socialdemocratici (Psd) e democratico-liberali (Pdl) si è sciolta per le dimissioni di tutti i ministri del Psd, accettate di buon grado dal premier Emil Boc, del Pdl.
Gli esponenti del Psd hanno compiuto il «gesto estremo» in solidarietà con il vicepremier e ministro dellInterno Dan Nica, revocato dal capo dello Stato Traian Basescu, su proposta dello stesso primo ministro. Tra i nove dicasteri socialdemocratici «dimissionari» spiccano, per importanza, Esteri, Agricoltura e Salute. Il ministero dellInterno è stato assunto ad interim dal ministro per lo Sviluppo Regionale.
Nei giorni scorsi Nica era stato silurato dal premier Boc per aver fatto allusioni sulla possibilità che il Pdl si stesse preparando a compiere irregolarità alle prossime elezioni presidenziali. Per gettare acqua sul fuoco delle polemiche il presidente Basescu aveva proposto ai due partiti la nomina di un nuovo ministro dellInterno, da scegliere fra personalità indipendenti o vicine allopposizione. Il compromesso è stato però rifiutato dai socialdemocratici. Non solo.
Insediato a dicembre 2008, il governo di coalizione Pdl-Psd godeva di un sostegno parlamentare di oltre il 70%.
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