
Da circa una settimana, il mondo dei videogiochi è stato scosso da un evento molto controverso, che ha acceso in rete un forte dibattito e sollevato non poche preoccupazioni. Due tra le più grandi piattaforme per la distribuzione di titoli, Steam e Itch.io, hanno rimosso dai loro cataloghi molti giochi per adulti dopo aver subito pressioni dalle grandi compagnie di carte di credito, in particolare Visa e Mastercard.
Questa crociata contro i contenuti “inappropriati” è stata scatenata da un gruppo australiano chiamato Collective Shout, che nell’aprile scorso ha inviato ai circuiti di pagamento una lettera aperta in cui ha accusato Steam di trarre profitti da “stupro, incesto e abuso di minori”. La missiva ha puntato il dito in particolare contro il gioco No Mercy, in cui i giocatori avevano la possibilità di assalire donne a piacimento. Questo titolo, tuttavia, era stato rimosso dalla piattaforma di Valve già prima dell’invio della lettera, proprio per via della presenza di queste tematiche. Collective Shout, inoltre, ha preso di mira anche prodotti che non contengono elementi pornografici, come il celebre Detroit: Become Human.
Sui social, il dibattito è ovviamente esploso e in tantissimi si sono schierati contro le pressioni esercitate dai circuiti di pagamento, non tanto per la rimozione dei titoli per adulti, quanto perché queste potrebbero aprire la strada a future censure. Questa volta è toccato ai “contenuti inappropriati”, ma domani potrebbero finire sulla linea di tiro anche titoli considerati troppi violenti o con tematiche scomode. Come riportato da Spaziogames, Naomi Clark del Nyu Game Center ha evidenziato che tra i giochi rimossi da Itch.io vi sono anche quelli di creatori emergenti che hanno raccontato le loro esperienze con relazioni abusive o traumi. E già sono spuntate iniziative come boicottaggi, petizioni e richieste alle compagnie di carte di credito di porre fine a quello che è stato definito come un “panico morale”.
In situazioni del genere, purtroppo, a soffrire in primis sono gli artisti e la loro creatività, così come la voglia di raccontare storie sempre più profonde e toccanti. Un elemento, questo, che ormai si è affermato nel mondo dei videogiochi, nonostante per molti si trattino ancora di “spara-spara” senza un vero scopo.
E in secondo luogo, a subire il contraccolpo sono anche gli utenti, visto che nel marasma della moralizzazione forzata vengono anche presi di mira prodotti che ben poco hanno a che fare con il bersaglio originale, privando gli appassionati della possibilità di vivere storie magnifiche che l'industria è in grado di produrre (basti vedere Baldur's Gate 3, Clair Obscure: Expedition 33, To the Moon e tanti altri) e che, negli anni, rimangono sempre nel cuore.