«Prodi ha detto: mi piazzo in Senato e vediamo che succede. Io dico: mi piazzo in commissione e vediamo». Lha tamponata così, Claudio Burlando, la tempesta di maggioranza. Lha tamponata con il commissariamento dei suoi assessori più «pericolosi», quelli che con le loro leggi avevano scatenato la rivolta della sinistra radicale. E alla fine laccordo (meglio, larmistizio armato) è stato trovato sulla base di un gioco di calendario. Nel senso che la legge sugli alberghi e le strutture ricettive è stata rimessa nel cassetto in attesa di tempi migliori, mentre quella sugli agriturismi è stata cambiata accogliendo un po di osservazioni delle categorie interessate.
Ieri mattina il consiglio regionale è iniziato quasi unora dopo lorario previsto, perché in mattinata si era riunita la commissione che doveva valutare il testo della legge Cassini sugli agriturismi. Lunica sulla quale cera una speranza di trovare un accordino in maggioranza. Lunica che permetteva al centrosinistra di salvare le apparenze e approvare finalmente qualcosa. Così il governatore ha partecipato, in via del tutto straordinaria, alla commissione, ha preso in mano la situazione, ha accontonato un attimo lassessore Cassini e il suo integralismo, portando un nuovo testo in consiglio. Dove, a costo di subire gli sberleffi dellopposizione, la maggioranza ha tenuto e a fine serata, in continuazione di seduta, ha portato a casa almeno una leggina.
Naturalmente per farcela ci sono voluti giochi tecnici, come lapprovazione di un inversione allordine dei lavori. «Tanto vale che convochiamo i consigli a sorpresa, senza fare ordini del giorno: ci chiamate e vediamo cosa vi fa più piacere discutere, a seconda di quello su cui siete daccordo», ha ironizzato Matteo Marcenaro dellUdc, strappando sorrisi anche a sinistra. E comunque Burlando ha ufficialmente tenuto a ribadire la fiducia anche agli assessori sotto tutela (Cassini e Bozzano): «Ho sempre detto che non cambierò la squadra e non vedo perché farlo ora».
Al di là dei rinvii tattici (anche la legge sulledilizia firmata dallassessore Berruti ieri è stata accantonata) resta la tensione di una crisi tuttaltro che risolta. Lunedì si terrà un nuovo vertice di maggioranza, con i segretari di partito. «Chi volesse strappare se ne assumerà la responsabilità», lancia la sfida Ubaldo Benvenuti del Pd, provenienza Ds. «La maggioranza è quella uscita dalle urne, non unaltra. Se cambia si va a casa», specifica il capogruppo Claudio Gustavino, ora Pd ex Margherita. Che aggiunge: «Non vedo la necessità di cambiare qualcuno in giunta, di rivedere i rapporti e il modo di rapportarsi della giunta con la maggioranza, questo sì». Come dire, basta colpi di testa di singoli assessori che rischiano di far andare tutto allaria.
Anche perché lo stesso Burlando non si nasconde che la tempesta non è finita. Ma non fa passi indietro: «Lho sempre detto, fin dallinizio. Se venisse a mancare una componente di questa maggioranza, anche se avessimo ancora i numeri, si dovrebbe comunque andare a casa». Frasi esplicite che arrivano dopo lelencazione di tutti i provvedimenti già adottati dallamministrazione regionale che il presidente vorrebbe far conoscere di più ai cittadini. Provvedimenti sul sociale e sulle fasce deboli che «non possono certo essere sgraditi alla sinistra radicale». Burlando non dice che insomma lala sinistra della coalizione ha già avuto abbastanza, ma ribadisce che non ci sono spazi per i ricatti: «Piuttosto è evidente che come a livello nazionale, anche qui la nascita del Partito democratico ha cambiato certi equilibri. Anche Berlusconi quando parla di partito unico si sollevano gli alleati».
Giacomo Conti, il segretario di Rifondazione, lalleato più determinato a non fare sconti, mercoledì sera era rientrato di nascosto per un faccia a faccia con Burlando dopo aver sbattuto la porta al vertice di maggioranza.
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