Crisi tamponata in Regione con il presidente con un «accordino» almeno per la legge sugli agriturismi. Fra tre giorni nuovo vertice di maggioranza Burlando commissaria l’assessore e arriva a lunedì

Il governatore: «Già fatte tante scelte di sinistra» Rifondazione non molla e il Pd minaccia la crisi

Crisi tamponata in Regione con il presidente con un «accordino» almeno per la legge sugli agriturismi. Fra tre giorni nuovo vertice di maggioranza Burlando commissaria l’assessore e arriva a lunedì

«Prodi ha detto: mi piazzo in Senato e vediamo che succede. Io dico: mi piazzo in commissione e vediamo». L’ha tamponata così, Claudio Burlando, la tempesta di maggioranza. L’ha tamponata con il commissariamento dei suoi assessori più «pericolosi», quelli che con le loro leggi avevano scatenato la rivolta della sinistra radicale. E alla fine l’accordo (meglio, l’armistizio armato) è stato trovato sulla base di un gioco di calendario. Nel senso che la legge sugli alberghi e le strutture ricettive è stata rimessa nel cassetto in attesa di tempi migliori, mentre quella sugli agriturismi è stata cambiata accogliendo un po’ di osservazioni delle categorie interessate.
Ieri mattina il consiglio regionale è iniziato quasi un’ora dopo l’orario previsto, perché in mattinata si era riunita la commissione che doveva valutare il testo della legge Cassini sugli agriturismi. L’unica sulla quale c’era una speranza di trovare un accordino in maggioranza. L’unica che permetteva al centrosinistra di salvare le apparenze e approvare finalmente qualcosa. Così il governatore ha partecipato, in via del tutto straordinaria, alla commissione, ha preso in mano la situazione, ha accontonato un attimo l’assessore Cassini e il suo integralismo, portando un nuovo testo in consiglio. Dove, a costo di subire gli sberleffi dell’opposizione, la maggioranza ha tenuto e a fine serata, in continuazione di seduta, ha portato a casa almeno una leggina.
Naturalmente per farcela ci sono voluti giochi tecnici, come l’approvazione di un inversione all’ordine dei lavori. «Tanto vale che convochiamo i consigli a sorpresa, senza fare ordini del giorno: ci chiamate e vediamo cosa vi fa più piacere discutere, a seconda di quello su cui siete d’accordo», ha ironizzato Matteo Marcenaro dell’Udc, strappando sorrisi anche a sinistra. E comunque Burlando ha ufficialmente tenuto a ribadire la fiducia anche agli assessori sotto tutela (Cassini e Bozzano): «Ho sempre detto che non cambierò la squadra e non vedo perché farlo ora».
Al di là dei rinvii tattici (anche la legge sull’edilizia firmata dall’assessore Berruti ieri è stata accantonata) resta la tensione di una crisi tutt’altro che risolta. Lunedì si terrà un nuovo vertice di maggioranza, con i segretari di partito. «Chi volesse strappare se ne assumerà la responsabilità», lancia la sfida Ubaldo Benvenuti del Pd, provenienza Ds. «La maggioranza è quella uscita dalle urne, non un’altra. Se cambia si va a casa», specifica il capogruppo Claudio Gustavino, ora Pd ex Margherita. Che aggiunge: «Non vedo la necessità di cambiare qualcuno in giunta, di rivedere i rapporti e il modo di rapportarsi della giunta con la maggioranza, questo sì». Come dire, basta colpi di testa di singoli assessori che rischiano di far andare tutto all’aria.
Anche perché lo stesso Burlando non si nasconde che la tempesta non è finita. Ma non fa passi indietro: «L’ho sempre detto, fin dall’inizio. Se venisse a mancare una componente di questa maggioranza, anche se avessimo ancora i numeri, si dovrebbe comunque andare a casa». Frasi esplicite che arrivano dopo l’elencazione di tutti i provvedimenti già adottati dall’amministrazione regionale che il presidente vorrebbe far conoscere di più ai cittadini. Provvedimenti sul sociale e sulle fasce deboli che «non possono certo essere sgraditi alla sinistra radicale». Burlando non dice che insomma l’ala sinistra della coalizione ha già avuto abbastanza, ma ribadisce che non ci sono spazi per i ricatti: «Piuttosto è evidente che come a livello nazionale, anche qui la nascita del Partito democratico ha cambiato certi equilibri. Anche Berlusconi quando parla di partito unico si sollevano gli alleati».
Giacomo Conti, il segretario di Rifondazione, l’alleato più determinato a non fare sconti, mercoledì sera era rientrato di nascosto per un faccia a faccia con Burlando dopo aver sbattuto la porta al vertice di maggioranza.

Ieri ha rilanciato qualche sua «osservazione» alla legge sugli agriturismi, ma ha dato il via libera. «Non c’è crisi, ma resta un problema di metodo - ha detto nei corridoi -. La prossima volta? Vedremo. Abbiamo detto chiaramente che non ci faremmo problemi ad andare a casa. Noi».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica