La crisi del turismo, le colpe degli operatori

La crisi del turismo, le colpe degli operatori

(...) non ha fatto sfracelli nel settore turistico, affidato al sottosegretario Michela Vittoria Brambilla.
Occorre essere onesti intellettualmente e dire che, in pochi mesi, i miracoli non li fa nessuno e quindi sarebbe fuori luogo aspettarseli da MVB. Però è vero che, altrove, i miracoli in pochi mesi sono avvenuti e che Berlusconi li ha fatti: penso alla sicurezza; penso alla diminuzione del 40 per cento delle assenze nel pubblico impiego, grazie all’ottimo lavoro del ministro Renato Brunetta; penso al ritorno del nucleare voluto da Claudio Scajola; penso, soprattutto, al miracolo napoletano del sottosegretario Guido Bertolaso che ha ripulito la città in meno di due mesi; penso all’Alitalia; penso al corpus di riforme nella scuola di Mariastella Gelmini; penso al lavoro di altri ministri, da Maurizio Sacconi a Giulio Tremonti, passando per Sandro Bondi.
Tutto questo, sinceramente, al Turismo non è avvenuto. E - pur senza infierire sulla Brambilla, a cui spesso abbiamo riconosciuto alcuni indubbi meriti - certo non è bellissimo che gli interventi più significativi firmati nel mese di agosto (nel mese di agosto!) da colei che dovrebbe occuparsi della miniera d’oro italiana, il turismo, siano stati un’intervista a Repubblica per definire «incomprensibile» l’operato del custode veneziano che ha respinto la donna velata e una nota per dire che «nella crisi georgiana l’operato del ministro degli Esteri Frattini merita 10 e lode». Ora, al di là del merito dell’intervento, forse MVB era l’unica che avrebbe fatto meglio a tacere, visto che la polemica su Frattini riguardava la sua mancata presenza a un vertice internazionale sulla Georgia, visto che il titolare della Farnesina era in vacanza. Alle Maldive, però, non alle nostre latitudini.
Ma, per l’appunto, non si può demolire chi è al governo da pochi mesi. E il giudizio è sospeso, anche perchè nel frattempo la Brambilla si sta riscattando con un piano per le riforme, come ad esempio quelle che sta elaborando per la scuola insieme alla Gelmini. Insomma: giudizio rimandato ad ottobre.
Chi si può demolire, però, sono la giunta Burlando e il suo assessore Margherita Bozzano. Perchè, nonostante reiterate promesse e annunci, in questi anni non è stato partorito da parte dei politici regionali - che dopo l’abolizione del ministero hanno i veri poteri in campo turistico - lo straccio di un’idea vera per rilanciare Riviere e Entroterra. Non c’è marketing territoriale, non ci sono iniziative, non c’è sviluppo. Niente di niente. E grazie al cielo che ci sono le Cinque Terre, Portovenere, Santa e Portofino, il Tigullio e il Paradiso, Varigotti e la costa Savonese e la straordinaria pista ciclabile di Area 24 nell’imperiese e i borghi dell’interno. E grazie al cielo che c’è la Liguria, con la sua impagabile bellezza.
Il resto, lo fanno gli operatori. E anche qui non mi dilungo. Perchè, purtroppo, l’esosità, la tendenza a trattare il turista come un pollo da spennare, la freddezza quando non la maleducazione nei confronti dei turisti, un certo modo di fare per il quale tutto è dovuto e i clienti sono fondamentalmente «utenti» di un monopolista della bellezza della costa, sono elementi che non scopriamo oggi.
Il problema è che - tutti gli anni - siamo qui a denunciare le stesse cose e gli stessi problemi. Ma che, nonostante la crisi, molti operatori continuano a ragionare allo stesso modo, non facendo nulla per venire incontro ai turisti. E mi scuso con tutti quelli, e sono tanti, spesso anche tanti amici, che non ragionano così e che non solo rispettano il cliente, ma quasi lo coccolano. Ecco, se sono d’accordo, la loro battaglia è anche la nostra. Ma proteggere chi si approfitta dei turisti è il miglior modo per essere messi nel calderone e per dare testi ai cabarettisti della torta di riso che è finita.
Ripeto: mi scuso con i tanti che lavorano bene e soprattutto con gli amici personali che lavorano bene. Ma basta passare il confine, andare solo a Serravalle Scrivia da un lato, a Cap Martin dall’altro e a Viareggio dall’altro ancora per trovare un’altra accoglienza turistica.

Non è un’opinione, è un fatto, purtroppo è un fatto.
Se si vuole essere credibili, gli operatori che lavorano bene (e sono tanti) devono essere i primi a condannare gli operatori che non lavorano bene (e non sono pochi).

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