Crisogono

Nella vecchia messa in latino il nome di questo santo era menzionato insieme ad altri martiri, sebbene su di lui non si abbiano informazioni certe. Quel poco che se ne sa lo si cava, di solito, da un’antichissima biografia di s. Anastasia; sempre che “biografie” si possano chiamare le Passiones dei martiri dei primi secoli. Infatti, la storia come la intendiamo oggi (cioè, narrazione asciutta e precisa dei fatti, possibilmente univoci e comprovati) è invenzione positivista relativamente recente; prima, alla gente non importava tanto cosa fosse effettivamente successo quanto l’exemplum che se ne poteva cavare. In fondo, a ben pensarci, il modo rigoroso e “scientifico” di narrazione diventa necessario solo a partire dalle epoche in cui non esiste più una verità condivisa e occorre, dunque, distinguere il vero dall’inventato. Insomma, è a causa delle polemiche protestanti prima e volterriane poi che diviene importante il fatto nudo e crudo, rivisitato non più per edificare ma per rispondere alle polemiche. Crisogono, dunque, pare fosse un ufficiale delle truppe romane di stanza ad Aquileia; cristiano e, per questo, degradato e imprigionato al tempo delle persecuzioni dioclezianee. In attesa di esecuzione, scriveva dal carcere alla giovane Anastasia, del cui battesimo era responsabile. Andò a finire che in qualche modo i ruoli si invertirono ed era Crisogono a incoraggiare e sostenere spiritualmente la discepola (che poi finì, infatti, martire). Crisogono fu infine decapitato ad Aquileia. Sembra che la chiesa romana a lui intitolata in Trastevere sia sorta sulla sua casa.
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