«Le critiche del Giornale sono sempre positive»

«Le critiche del Giornale sono sempre positive»

E anche nei soliti alberghi per i soliti convegni!
«Parole sante. Qualche giorno fa sono stato alla Spezia e c’erano due relatori: il primo, un parlamentare, ha parlato per un’ora e un quarto; il secondo, un consigliere regionale, si è limitato a 62 minuti. Voglio bene a tutti e due, ma mi hanno detto che sembravo un po’ spento. Mi spiega come si fa a non essere spenti dopo discorsi così lunghi? Mi spiega come potevo essere pimpante se mi hanno fatto parlare alle otto?».
Quindi sceglie di diventare un uomo da marciapiede, come aveva fatto per le elezioni comunali, in cui ha trainato moltissimo la candidatura quasi-vincente di Enrico Musso?
«Assolutamente sì. Anche perchè stringendo le mani delle persone, anzichè andare in televisione, sento gli elettori vicinissimi. Mi dicono che non ne possono più e che non vedono l’ora che io torni in Regione».
Cosa le chiedono più di tutto?
«Il lavoro. Mi chiedono lavoro per i loro figli. E io farò di tutto per darglielo».
L’altra volta, fece anche errori. Si ricorda?
«Nel 2005 ho perso e sono rimasto malissimo perchè non me l’aspettavo. Pensavo di aver governato bene. Poi, certo, abbiamo perso in quasi tutta Italia e abbiamo mantenuto i nostri voti, più che in regioni dove si è vinto come Lombardia e Veneto. Poi, nel 2006, siamo scesi ulteriormente. Ma, da allora, è cambiato il vento: abbiamo vinto a Sanremo, in provincia di Savona, a Rapallo, al Senato con il premio di maggioranza, alle Europee...».
Quindi?
«Quindi sono molto sereno e ottimista e credo che il 29 marzo sarò il nuovo presidente della Liguria e farò ripartire la nostra regione, bloccata dalla coalizione litigiosa di Burlando».
Per vincere occorre girare come una trottola. Lei lo farà?
«Caro Massimiliano, lei si sbaglia».
Nel senso che non lo farà?
«Nel senso che lo sto già facendo. Ho già girato 97 Comuni, alcuni più volte. E continuerò fino alle elezioni. Solo sabato sono stato a Busalla, a un convegno culturale, alla castagnata del Centro Est, a Uscio e all’inaugurazione del nuovo Blue Moon. Non mi perdo una sagra...».
Quindi accetta i nostri consigli, che fra l’altro hanno scatenato un dibattito fra i lettori che, con spirito costruttivo e un affetto unico nei suoi confronti, sono intervenuti massicciamente? Noi continueremo a pubblicare le loro idee.
«E io continuerò a leggerle con attenzione e a tenerne conto, come terrò conto delle tirate d’orecchie del Giornale. Ma...».
Ma?
«Se mi permette, vorrei dare anch’io un consiglio a voi. Adesso, per cinque mesi, smettiamola di discutere su di noi e concentriamoci sugli avversari. I miei manifesti possono non piacere. Però, rispetto a quelli di Burlando, hanno un grande pregio: lui li paga con i soldi di tutti, noi li paghiamo con i soldi nostri».
Non si è mai pentito di essere andato a Roma?
«No, perchè a Roma difendo i liguri regolari. Mentre vedo che questa sinistra a Genova pensa ai gay pride, alle moschee, agli irregolari. Io non ho niente contro nessuno, ma mi piacerebbe che le corsie preferenziali fossero anche per le persone normali».
Ma questa battaglia non si poteva fare meglio a Genova?
«Guardi, qui a fianco a me c’è Michele Scandroglio con cui facciamo tantissime battaglie insieme. Abbiamo contatti quotidiani e diretti con leader di partito, ministri, sottosegretari e direttori di dipartimento di ministero...

Insomma, mi porto avanti con il lavoro, in vista della mia rielezione a presidente della Liguria».
Sicuro sicuro?
«Mai stato così sereno e ottimista. Vincerò».
Cosa le dà tanta sicurezza?
«È la mia ultima occasione, mi gioco tutto, e se perdo ho chiuso con la politica. Ma non perderò...».

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