Cè una lettera aperta che imbarazza il Pdl nel Savonese. Anzi, le lettere aperte sono due. La prima datata 23 agosto 2002 e rivolta da un nutrito gruppo di avvocati e uomini di legge allallora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in cui si chiedeva di difendere il potere giudiziario da Silvio Berlusconi. La seconda è recentissima e indirizzata allo stesso Berlusconi da Fabio Lucchini, già noto esponente di An ad Alassio, che fa notare al premier il terzo nome che campeggia in calce alla lettera pro magistrati. Il nome in questione è quello dellavvocato Emanuela Preve, oggi coordinatrice del Pdl ad Alassio, dopo aver ricoperto lo stesso ruolo per Forza Italia. Lucchini chiede al premier se sia possibile che questo ruolo guida sia stato affidato a chi ha sostenuto uniniziativa per ribadire che «è inaccettabile in uno stato di diritto il tentativo che è sotto gli occhi di tutti di chi esercita il potere politico-istituzionale, fra laltro in posizione di particolare preminenza, di sottrarsi al controllo di legalità cui è istituzionalmente preposto e tenuto il potere giudiziario, attaccando, peraltro rozzamente, quei magistrati che, esercitando correttamente la loro funzione, osino perseguire anche i potenti». Iniziativa peraltro commentata e rilanciata da Marco Travaglio e numerosi esponenti dellItalia dei Valori per attaccare Berlusconi.
La lettera aperta al premier è indirizzata anche alla neo coordinatrice provinciale del Pdl, la consigliera regionale Roberta Gasco. Che spiega i criteri della scelta. «In questa fase in cui non cerano ancora tesserati, il metodo più democratico possibile per individuare i coordinatori ci è sembrato quello di chiedere a sindaci ed eletti sul territorio di indicarci i nomi - ribatte Gasco - Così abbiamo fatto e devo dire che lavvocato Preve si è subito dimostrata molto attiva e costruttiva nel confronto. Di questa iniziativa cui aveva aderito non sapevo nulla, ma certo nessuno potrà dire che nel partito non sono tollerate idee diverse».
E linteressata? Emanuela Preve non rinnega la sottoscrizione di quella lettera a Ciampi. Né il suo impegno per il Pdl. «Sono avvocato e credo nella giustizia così come nella buona fede della stragrande maggioranza dei magistrati - spiega - Guai se non pensassi questo». Liniziativa però era un attacco diretto al premier, non solo una dichiarazione di fiducia in giudici e procuratori.
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