Croazia nell’Ue? Decide la Slovenia

Non solo un voto sui confini. Il referendum che si svolge oggi in Slovenia - sull’accordo con la Croazia per stabilire i confini nel nord Adriatico tra le due ex Repubbliche jugoslave - potrebbe decidere del futuro ingresso della Croazia in Europa. L’accordo, raggiunto l’anno scorso tra la premier croata Jadranka Kosor e il primo ministro sloveno Borut Pahor, prevede l’istituzione di un organismo formato da cinque arbitri internazionali che dovranno tracciare la linea di confine garantendo a Lubiana un accesso alle acque internazionali nel Golfo di Pirano. La soluzione definitiva della disputa sulla baia di Pirro, nel Mar Adriatico, dopo oltre 18 anni di controversia, è di cruciale importanza per sbloccare il cammino europeo della Croazia, che punta all’adesione all’Ue nel 2012. Gli ultimi sondaggi danno in lieve vantaggio i favorevoli, anche se restano ancora molti gli indecisi.
L’interesse nazionale sloveno è essere un paese marittimo, avere l’accesso diretto alle acque internazionali nel Golfo di Trieste, ma l’opposizione e il governo di centrosinistra sono in disaccordo se il compromesso con la Croazia possa veramente assicurare tale status. L’accordo ha ricevuto il sì del Parlamento ma data la sua importanza tutti i partiti politici sono d’accordo sulla necessità di un referendum popolare. Le ultime settimane si sono trasformate in uno scontro diretto tra i due blocchi politici, con accuse contro il premier di aver svenduto il mare sloveno. Il presidente Danilo Turk e il primo ministro Pahor hanno invitato gli sloveni ad appoggiare l’accordo. Nel caso della vittoria del «no», ha ammonito Pahor, la Slovenia si potrebbe trovare in una sorta di isolamento internazionale.

Il rifiuto dell’accordo potrebbe aprire un periodo di instabilità interna nel Paese e la pressione per le dimissioni del governo. Dagli ultimi sondaggi emerge che il 20% dell’elettorato è ancora incerto, i favorevoli si aggirano tra il 37 e il 51%, mentre i no sono stabili intorno al 36%.

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