Croce Rossa sul lastrico per colpa delle tasse: "Aiutateci o chiudiamo"

L’Irap è un salasso: 1,5 milioni all’anno. La Regione: "La Cri non sparirà dal 118"

Le spese della Croce Rossa sono arrivate alle stelle, insostenibili. E andando avanti di questo passo, la croce di soccorso più famosa d’Italia rischia paradossalmente di non poter più gestire come ora il servizio del 118. Il motivo? Non è competitiva rispetto alle altre croci che, essendo tutte onlus, hanno costi più bassi sia per il personale sia per le ambulanze. Per la Croce rossa non è così: è un ente pubblico al pari di Inps e Inail e quindi ogni anno deve pagare l’Irap, l’imposta regionale per le attività produttive. I soldi non ci sono e la tassa non viene pagata da due anni, tanto che si calcola un debito di 1,5 milioni di euro solo per il 2010. Da qui l’appello dell’associazione: «L’Irap ci mette in ginocchio. Vorremmo essere parificati alle altre onlus per diventare altrettanto competitivi». A entrare nello specifico della proposta è Maurizio Gussoni, commissario Cri della Lombardia: «Rispetto alle onlus tipo la Croce Bianca o le croci dell’Anpas - spiega -, noi abbiamo costi superiori di circa il 30 per cento. Siamo più costosi ma siamo anche i più capillari sul territorio e i più forti. Tuttavia adesso, essendo un ente pubblico in perdita, non possiamo firmare contratti». Da qui il rischio di non poter rinnovare il contratto con l’Areu, l’agenzia regionale di emergenza urgenza. Le trattative sono aperte e, nel dubbio, la Croce Rossa ha rinnovato i contratti dei suoi collaboratori solo fino alla fine di gennaio, non oltre. «Ci aspettiamo - spiega Gussoni - qualche risposta entro la fine del mese». Ma, a sentire l’Areu, ci vuole molto più tempo per risolvere il problema dei costi. «Il 31 gennaio è troppo presto - spiega il direttore Alberto Zoli - Potremmo trovare una soluzione vera entro giugno. Infatti, dopo aver risolto la questione dell’Irap e l’emergenza, bisogna ripensare a tutto il sistema, ragionando su come contenere i costi. La Croce Rossa deve cominciare a pensare alla gestione come un’azienda che razionalizza e non come un carrozzone pubblico».
Mentre si cerca una soluzione, i sindacati continuano a chiedere un tavolo comune a cui partecipino tutti i soggetti interessati. E i lavoratori, allarmati dalla decisione di chiudere la sede Cri di Milano e di non rinnovare alcuni contratti interinali, sono in allerta. La garanzia è che, ridimensionamenti o non ridimensionamenti della Cri, le ambulanze ci saranno e il servizio non mancherà in nessun punto della Lombardia.
«Quello con la Regione - spiega Gussoni - non è un braccio di ferro ma interessa a tutti trovare una soluzione». Dal Pirellone arrivano precise garanzie sull’argomento: «Tranquilli, troveremo una soluzione, stiamo studiando le mosse da fare» assicura l’assessore alla Sanità Luciano Bresciani.

«La Croce Rossa non sparirà si certo dal servizio di emergenze urgenza - gli fa eco il direttore generale della Sanità Carlo Lucchina -. Sulla questione dell’Irap, la Cri potrebbe trattare con il ministero l’entità del finanziamento che riceve».

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