«Il crocifisso? Resta in aula»

Nuovo piccolo colpo di scena in Spagna nella controversa vicenda dei crocifissi nelle scuole: il tribunale superiore di giustizia di Castilla y Leon ha preso in contropiede la recente sentenza della Corte europea dei diritti umani decidendo che la presenza nelle aule di questi simboli religiosi «non crea conflitto» se non ci sono proteste di genitori di alunni, e che quindi non vanno rimossi. Niente rimozione generalizzata perciò, come chiesto il mese scorso in una recente mozione non vincolante per il governo Zapatero approvata in commissione giustizia del parlamento spagnolo per iniziativa della sinistra. Il tribunale superiore di Castilla y Leon ha disposto che i crocifissi dovranno essere rimossi solo nelle aule che ospitano classi con allievi i cui genitori lo avranno chiesto.

Al tribunale superiore si erano rivolti il governo regionale di Castilla y Leon e l’associazione «Cristians», contestando la decisione di un giudice di Valladolid che l’anno scorso aveva imposto, su richiesta di tre genitori, la rimozione di tutti i crocifissi dalla locale scuola Macias Picavea. Una decisione che aveva dato il via alla polemica sui crocifissi in Spagna ma anche in Europa.

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