Croff: «Noi non temiamo nessuno»

Veltroni prepara per l’8 settembre, serata finale in laguna, una Notte bianca ricca di eventi

da Roma

Doppietta stampa Müller-Croff a dieci giorni dalla 63ª Mostra del cinema. Il direttore del festival sull’Espresso, il presidente della Biennale sul Gazzettino di Venezia, per la penna del neodirettore Roberto Papetti. La strategia mediatica è evidente: da un lato, magnificare il menù cinematografico, con particolare attenzione al concorso, che sfodera 21 anteprime mondiali; dall’altro, sopire le polemiche con la veltroniana Festa di Roma, mostrandosi allo stesso tempo pronti al cimento. Nell’annunciare novità e progetti (l’ambizione è di portare al 35 per cento la quota di finanziamento privato), Croff premette: «La Biennale non ha nulla da temere da nessuno. Non lo dico con supponenza, ma con consapevolezza, guardando i fatti, i risultati, la nostra capacità di rinnovare e rinnovarci». Il manager veneziano non ignora i guai della vetusta e pur sempre autorevole istituzione che presiede. Sa che, in questo clima di «guerra fredda» con Roma, Venezia deve assolutamente proporsi come un festival dinamico e audace, capace di reperire nuove risorse e insieme di rafforzare il carattere di Mostra d'arte. E a chi, come la parlamentare forzista Lia Sartori, gli ricorda l’opportunità di prendere anche simbolicamente le distanze «dalla macchina culturale, politica ed economica veltroniana», replica: «Io sono solo nel Comitato d’onore della Festa di Roma, che è un organo senza potere. Ne faccio parte con lo stesso spirito in cui siedo in organismi di altre istituzioni culturali». Nondimeno, per quanto tutti promettano di differenziare «profili, programmi e segmenti di pubblico», il sindaco Cacciari ribadisce l’esigenza di «distanziare le date, perché settembre e ottobre sono troppo vicine» e conferma di non averne parlato con Veltroni. Il quale rischia di riattizzare la querelle a causa della doppia Notte Bianca prevista nella città capitolina l’8 e il 9 settembre. Giusto in coincidenza con la chiusura della Mostra.

Roba grossa: cinquecento eventi, mille artisti (tra i quali Mannoia, Daniele, Elisa). C’è chi al Lido l’ha presa maluccio, benché il direttore Müller, smaltita la rottura con Medusa, annunci «stupore, eccessi, sorprese e nuove spettacolarità».

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