Crollano le Borse, Milano (-3,5%) maglia nera

Ieri sera si è assistito a un timido rimbalzo dell’euro a 1,2385 dollari, quando martedì era sceso sotto la soglia dell’1,22; ma ciò è avvenuto in un contesto ancora drammatico per i mercati azionari, che in un solo giorno hanno bruciato altri 144 miliardi di capitalizzazione. Milano è stata ancora una volta la peggiore piazza d’Europa, con un calo del 3,45%.
La giornata è stata intonata da due fatti principali, collegati tra loro: il divieto posto dalle autorità tedesche alla vendita allo scoperto di titoli di Stato, una misura con la quale Berlino intende combattere in maniera radicale la speculazione; e le dichiarazioni drammatiche rese dal cancelliere tedesco Angela Merkel, che in un appassionato intervento alla Bundestag ha pronunciato frasi da brivido: «L’euro è più che mai in pericolo. E se fallisce l’euro fallisce l’Europa». Quest’ultmina appare, al tempo stesso, sempre più divisa e sempre più Berlinocentrica.
Il divieto di vendere titoli senza averne il reale possesso (vendita allo scoperto o short selling) è entrato in vigore dalla mezzanotte di ieri e varrà a tempo indeterminato, fino a quando la situazione non si sarà stabilizzata. É stata una decisione che, per quanto nell’aria, ha preso in contropiede sia le autorità di Bruxelles («Non ci hanno avvisato di nulla» è la frase attribuita a un sorpreso e irritato commissario ai servizi finanziari, Michel Barnier), sia quelle monetarie degli altri Paesi europei. Solo l’Austria si è accodata alla Germania: anzi, Vienna punterebbe a estendere il divieto a tutta l’Europa. Invece solo il commissario europeo Josè Manuel Barroso si è mostrato favorevole. La Francia si è esplicitamente dissociata, la posizione dell’Italia è stata lasciata alla Consob, la quale ha assicurato la massima vigilanza, ma «per ora non intende apportare modifiche o restrizioni all’attuale normativa sulle vendite allo scoperto».
Sulla scia della decisione tedesca, segnale forte contro le pressioni al ribasso, i mercati azionari hanno subito duri contraccolpi: Milano ha chiuso con un meno 3,45%, Parigi meno 2,92%, Francoforte meno 2,79%, Londra meno 2,81%. Paradosso: l’unica Borsa positiva è stata Atene, rimbalzata dello 0,87%. Nella capitale greca ieri è stato portato a buon fine, con i soldi europei, il rimborso di una tranche di 8,5 miliardi di euro. Oltreatlantico, a un’ora dalla chiusura Wall Street segnava meno 0,63% con il DJ, meno 0,58% con il Nasdaq.
Angela Merkel ieri ha ammonito che serve una svolta: altrimenti la Germania è pronta ad andare avanti da sola. Quasi una minaccia. Il divieto posto ieri è la prima prova che l’intenzione è seria. Il commissario Barnier ha raccomandato di evitare decisioni unilaterali e di «coordinarsi a livello europeo», in modo da assicurare una maggiore efficacia a questo tipo di azioni anti-speculazione.
L’offensiva tedesca prosegue anche sul fronte della riforma del Patto di stabilità e di crescita. La Merkel auspica la nascita di una «nuova cultura della stabilità»: perchè - ha detto - «se non affrontiamo il pericolo che sta correndo l’euro le conseguenze per l’Europa saranno incalcolabili». Alcune indiscrezioni giornalistiche spiegano che Berlino è pronta a presentare un suo piano per il risanamento delle finanze pubbliche di Eurolandia. Tra le proposte ci sarebbe anche quella di accentrare il controllo dei bilanci di ogni singolo Paese in seno alla Bce o a un altro organismo indipendente. Cosa, anche questa, non gradita a Bruxelles, che vedrebbe così minacciato il suo ruolo di guardia dei conti pubblici europei.
La Germania si appresterebbe a proporre anche «una procedura di insolvenza controllata degli Stati membri della zona euro», per incentivare «una politica di bilancio più rigorosa da parte dei governi e un’erogazione responsabile di credito da parte dei mercati». Dal canto suo, il governatore della Bundesbank, Axel Weber - possibile successore di Trichet alla Bce - ha insistito sulla necessità di prevedere sanzioni più forti per i Paesi con deficit fuori controllo e di fissare tempi di rientro e sanzioni anche per lo sforamento dei debiti pubblici.


Venerdì frattanto non si riuniranno - come annunciato - i 16 ministri dell’Eurogruppo, convinti che sia sufficiente un contatto in teleconferenza. Al momento è confermato l’incontro dei ministri delle finanze dell’Euroipa a 27.

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