In quattro rischiano di finire sotto processo per la morte a Ventotene il 20 aprile 2010 di due studentesse romane in gita, Sara Panuccio e Francesca Colonnello, schiacciate da alcuni blocchi di tufo. Il pm Vincenzo Saveriano ha presentato al giudice dell'udienza preliminare quattro richieste di rinvio a giudizio in merito al crollo. I reati contestati sono duplice omicidio colposo e lesioni gravissime ai danni di altri due compagni di classe colpiti dal masso staccatosi dalla falesia.
I rinvii a giudizio sono stati richiesti nei confronti dell'attuale sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso, del suo predecessore Vito Biondo, del capo dell'area tecnica del Comune, Pasquale Romano, e del capo dell'ufficio del Genio civile di Latina, Luciano Pizzuti. Il pm Saveriano ha chiesto l'archiviazione per Bruno D'Amato, il dirigente dell'Autorità di Bacino, l'ente regionale responsabile della redazione del Piano di Assetto idrogeologico del Lazio (Pai), la cui edizione del 2009 indicava Cala Rossano, dove avvenne l'incidente, come zona sicura dell'isola.
Subito dopo la tragedia scattò il sequestro della spiaggia di Cala Rossano e i carabinieri sequestrarono anche alcune carte redatte dall'Autorità dei bacini regionali del Lazio, in particolare alcune cartine dell'isola relative alle aree sottoposte a tutela per dissesto idrogeologico. In base a quelle cartine il sindaco Giuseppe Assenso ricordò che «tutta l'isola è a rischio tranne il tratto che va da Cala Rossano, luogo della terribile tragedia, fino a Punta Eolo». In sostanza, sottolineò il primo cittadino, «quei documenti dimostrano come tutta l'isola è a rischio meno il tratto che va da Cala Rossano fino a Punta Eolo. Quindi è assurdo che la tragedia sia capitata proprio lì». A febbraio sulla base del piano di assetto idrogeologico pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Lazio, tutta l'isola è stata classificata con il massimo rischio.
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