Aggressione di Lainate, 4 indagati . C'è anche l'uomo con la kippah

Sia il francese di religione ebrea che le tre persone di origine palestinese sono state iscritte nel registro degli indagati

Aggressione di Lainate, 4 indagati . C'è anche l'uomo con la kippah
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La procura di Milano ha iscritto 4 persone nel registro degli indagati per i fatti della stazione di servizio di Lainate. Lo scorso 27 luglio un francese di 52 anni di religione ebraica, che si trovava all'interno del locale con il figlio di 6 anni, ha denunciato di essere stato aggredito da un gruppo di persone perché indossava la kippah, che lo identifica come ebreo. Ha anche effettuato una registrazione video con il suo telefono che poi ha pubblicato sui social innescando le polemica. Ma l'uomo, a sua volta, è stato denunciato dal gruppo di persone, che poi si è scoperto essere una famiglia di origine palestinese.

Il francese è accusato di lesioni aggravate dall'odio razziale mentre per percosse aggravate dall'odio razziale è stato denunciato il gruppo palestinese. La differenza di ipotesi di reato nasce dal fatto che uno degli arabi si è presentato in pronto soccorso per farsi refertare mentre il francese ha provveduto da sé alla cura delle proprie ferite. "L'uomo che lamenta di essere stato aggredito è stato in realtà il primo a tirare una testata a uno dei miei assistiti, 'colpevole' di avergli chiesto di cancellare il video di cui sopra in quanto lesivo della propria privacy, e a scagliare un pugno al volto del fratello", ha affermato il legale del gruppo palestinese nei giorni scorsi. Da qui, ha aggiunto il legale, "la reazione dei miei assistiti e dei loro famigliari, scevra da qualsivoglia finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso".

Il francese ha invece dichiarato di essere stato insultato perché lui e il figlio indossavano la kippah e che quando poi sono scesi nella zona dei bagni la situazione è degenerata. "Mi sono trovato a terra e ne hanno approfittato come animali prendendomi a calci. Poi uno mi ha tirato su e voleva colpirmi al volto ma sono riuscito a impedirglielo.

Nella confusione della colluttazione ho intravisto a malapena mio figlio che fortunatamente una signora aveva tenuto in un angolo", ha dichiarato l'uomo, che subito dopo l'aggressione ha fatto ritorno in Francia, dove medita di affidare il figlio a un supporto psicologico per elaborare quanto visto.

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