Famiglia di ebrei francesi aggredita all'autogrill: "Assassini"

L'episodio si è verificato in una stazione di servizio lungo l'autostrada in direzione Laghi: sdegno bipartisan della politica

Famiglia di ebrei francesi aggredita all'autogrill: "Assassini"
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Dopo il caso dei bambini ebrei fatti scendere dal volo Vueling in circostanze ancora poco chiare, un nuovo caso si apre in Europa, stavolta in Italia, dove nell'area di sosta autostradale di Lainate, sulla Milano Laghi, un papà francese e suo figlio di 6 anni, che indossavano la kippah, sono stati aggrediti mentre si trovavano in fila in bagno da un gruppo di avventori. Quanto accaduto è testimoniato da un video che è stato diffuso su web, dive si sente un gruppo di persone che urla frasi come "Palestina libera" e "Andate a casa vostra, qui non siamo in Israele, assassini", all'indirizzo dei due.

"Ci auguriamo che la dinamica che emerge da un video diffuso in queste ore venga smentita, perché altrimenti si tratterebbe di un fatto gravissimo e inquietante", ha commentato il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia, Giovanni Donzelli. "Cacciare gli ebrei dai luoghi pubblici, come pare essere avvenuto, è razzismo puro e pericolosissimo e non ha nulla a che vedere con le critiche a Netanyahu o con la solidarietà con i civili nella striscia di Gaza. Confondere i governi con i popoli è un errore, ma linciare le persone in base al credo religioso è un orrore", ha aggiunto l'onorevole.

Il genero dell'uomo aggredito ha spiegato che già nel parcheggio dell'area di servizio, un gruppo di persone ha iniziato a rivolgere loro insulti tanto che la moglie, spaventata che in loro assenza potessero rigare l'auto presa a noleggio, ha deciso di non muoversi di lì. Nel frattempo il marito di 52 anni ha accompagnato il bimbo in bagno. Riconoscendo l'origine ebraica dalla kippah che indossava, un gruppo di persone ha iniziato a insultarlo dentro all'autogrill. "Andate a casa vostra, assassini", "qui siamo in Italia, siamo a Milano", "andrete all'inferno prima o poi", oltre a numerose grida per la "Palestina libera". Una scena ripresa con il cellulare dal 52enne, che poi è sceso al bagno, al piano inferiore. Da lì ha chiamato il genero, che aveva da poco lasciato l'area di servizio di Lainate. "Appena mi sono rimesso in autostrada, ricevo la chiamata da mio suocero. All'inizio sentivo solo delle urla, poi lui in francese mi dice: 'Chiama la polizia, chiama la polizia, mi stanno aspettando sopra, vogliono picchiarmi'", racconta l'uomo, che dopo aver chiamato il 112, è tornato indietro. "Sono arrivato che la polizia era già lì e gli aggressori erano già scappati. Mio suocero era fuori dall'autogrill, con gli occhiali rotti e dei segni di botte sul corpo. L'hanno aspettato fuori dal bagno e non volevano farlo tornare su. Gli hanno detto di cancellare il video, ma lui si è rifiutato e così in un attimo la situazione è degenerata: hanno iniziato a spingerlo e a mettergli le mani addosso. Gli hanno rotto gli occhiali e l'hanno messo a terra, colpendolo con calci e pugni. All'inizio erano in tre su di lui, poi si sono aggiunti anche una signora e un anziano, che hanno approfittato del fatto che era a terra e in minoranza, per dargli anche loro dei calci", ha aggiunto. La denuncia è stata sporta

La Procura di Milano è attualmente in attesa dell'informativa da parte della Digos ma la stigmatizzazione di quanto avvenuto, stavolta, è bipartisan. Piero Fassino, deputato del Partito democratico, ha sottolineato come l'aggressione confermi "l'allarmante diffusione di pulsioni antiebraiche e di odio antisemita". Considerare ogni ebreo ovunque viva, ha aggiunto, "un complice di Netanyahu e corresponsabile di ciò succede a Gaza è un'aberrazione che va condannata nel modo più fermo ed è responsabilità della politica contrastare con nettezza ogni atteggiamento antiebraico e antisemita". Quanto accaduto, è invece la posizione del capogruppo dei deputati di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami, "la cui veridicità va verificata così come la dinamica dei fatti, comunque racconta di un clima pericoloso e inquietante, alimentato anche da incaute dichiarazioni politiche di alcuni esponenti delle opposizioni".

Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, si chiede "se basta essere riconoscibili come ebrei per essere veementemente aggrediti, se una famiglia non può girare liberamente nel Paese in uno spazio pubblico, la legittimazione all'odio e antisemitismo è ormai virale". È la libertà di tutti, ha aggiunto, "essere a rischio. Aggrapparsi al rispetto e dignità di ogni persona è l'unico percorso che protegga tutti". La deputata di Forza Italia e vice responsabile del dipartimento Esteri Isabella De Monte, ha sottolineato che "la violenta aggressione avvenuta a Milano è qualificabile solo con un nome: antisemitismo. Le vittime sono un cittadino francese e suo figlio colpevoli di indossare la kippah.

Forza Italia lo ripete da mesi: attenti a considerare ogni israeliano un complice di Netanyahu. In questo modo andiamo dritti incontro a un male insopportabile e pericolosissimo: l’odio per gli ebrei".

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