Cronaca giudiziaria

Il "pugile-naufrago" e il bagno ristrutturato: cosa c'è dietro la corruzione dell'agente

L'assistente capo coordinatore della polizia di Stato, è accusato di corruzione per l'esercizio della funzione. Avrebbe fatto ottenere il rilascio di un passaporto in cambio di una ristrutturazione del bagno. Franco Terlizzi ancora una volta figura come "intermediario"

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Dopo l'ex carabiniere, spunta il poliziotto. In forze alla Dia, la direzione investigativa antimafia (centro operativo milanese), per giunta. Franco Terlizzi, il pugile-naufrago dell'Isola dei Famosi edizione 2018, per i magistrati abile "procacciatore di clienti per la maggior parte delle truffe assicurative" realizzate attraverso una carrozzeria di Cormano, intrattiene rapporti anche con lui. E così in uno degli atti che riguardano il "vip trainer" da 65mila follower, arrestato a settembre, viene fuori che anche un "assistente capo coordinatore" della polizia di Stato, anni 51, è indagato per corruzione per l'esercizio della funzione per avere percepito "indebita utilità". Vicenda in cui Terlizzi, capace di muoversi bene nelle zone grigie, com'è stato raccontato negli scorsi mesi, figura come "intermediario". Ecco l'accusa. È marzo del 2021 e il titolare di una ditta edile ha urgente bisogno di un passaporto per il figlio. Terlizzi gli presenta il poliziotto, che glielo fa avere in 24 ore. Anche se non si tratta esattamente di un favore. L'altro gli chiede che in cambio gli fornisca il materiale (valore 5000 euro) per la ristrutturazione del bagno, in una casa popolare dell'Aler, in zona corso Lodi.

Il particolare emerge dall'avviso di conclusione delle indagini per associazione per delinquere e altri reati, contestati a vario titolo a Terlizzi e altri 29 indagati, tra cui anche Davide Flachi, figlio del boss della Comasina Pepe Flachi (da poco scomparso). Si tratta della seconda tranche dell'inchiesta del pm Gianluca Prisco, che aveva portato a settembre scorso a una serie di arresti (tra cui anche Terlizzi) in un'operazione su traffico di droga e intestazione fittizia di beni. Qui il naufrago sessantenne originario di Bitonto, in provincia di Bari, finisce arrestato perché considerato il prestanome di Flachi. Oggi il "vip trainer" da 65mila follower chiede di patteggiare con i magistrati 3 anni e mezzo di carcere. Nel frattempo si stanno svolgendo anche i processi con rito abbreviato, che consentono lo sconto di un terzo della pena, e domani i pm formuleranno le richieste di pena nel procedimento a carico di due imputati, uno dei quali difeso dall'avvocato Antonino Crea di Slc Milan Law Firm. L'atto è stato notificato solo nei giorni scorsi agli indagati, una trentina per l'appunto compresi l'ex carabiniere e il poliziotto, Flachi e Terlizzi sono "promotori e organizzatori" dell'associazione per delinquere finalizzata alle frodi assicurative. Il primo in quanto titolare di fatto della "Carrozzeria nuova", a Cormano, centro nevralgico delle truffe. Flachi ne era il titolare di fatto, ma essendo - per via della parentela - soggetto a una serie di "misure di prevenzione patrimoniali" agiva tramite un prestanome, e cioè Terlizzi. Un abile intermediario, è emerso nell'inchiesta, capace di muoversi nella zona grigia. Proprio quella zona in cui si muove l'ex carabiniere che agevola "la maggior parte delle denunce dei clienti alla stazione di Milano Affori".

E anche, evidentemente, il poliziotto della Dia.

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