
Trattamenti umilianti e violenti, urla, minacce, insulti, isolamento punitivo, strattoni: in questo ambiente vivevano gli ospiti di un centro diurno per disabili milanese. Per i maltrattamenti venuti alla luce con le indagini alcuni giorni fa i carabinieri hanno sottoposto al divieto di lavorare come educatore professionale, o comunque in strutture per disabili, otto indagati, tra cui sei operatori (tre sono donne) e due responsabili del centro.
Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione Milano Vigentino, la stessa zona in cui si trova la struttura, coordinati dalla Procura. L'ordinanza di misura cautelare, necessaria secondo i pm che hanno avanzato la richiesta per impedire agli indagati di continuare a mettere in atto le violenze e per tutelare le persone offese, particolarmente vulnerabili, è stata emessa dal gip. Le indagini sono partite la scorsa estate in seguito alla denuncia di un ex dipendente della struttura che ha raccontato i maltrattamenti che erano inflitti ai frequentatori. Le vittime sarebbero una decina, hanno un'età compresa tra i 20 e i 60 anni. Gli investigatori si sono serviti di intercettazioni ambientali per raccogliere le prove, mentre l'acquisizione di documenti ha permesso di risalire a episodi anche meno recenti. I fatti contestati vanno dal dicembre 2023 fino all'ottobre 2024, gli episodi più gravi si concentrano soprattutto nello scorso autunno.
I carabinieri hanno potuto identificare i responsabili delle vessazioni e ricostruire nel dettaglio ogni presunto reato. In particolare gli indagati avrebbero inflitto agli ospiti trattamenti denigratori e violenze, gli avrebbero imposto attività umilianti, alcuni di loro sono stati anche costretti a praticare massaggi agli operatori. Inoltre gli educatori non facevano svolgere ai disabili le attività formative per cui pagati. Dalle intercettazioni sono emerse frasi offensive e ripetute abitualmente ai frequentatori del centro come «al manicomio bisogna mandarvi», «sei nauseante», «sei down», «sei pazzo». Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i disabili venivano picchiati, forzati a mangiare o a bere, messi in punizione. Rimanevano da soli in corridoio o in un angolo della stanza, mentre gli operatori passavano il proprio tempo al cellulare senza dedicarsi agli assistiti che, in qualche occasione, avevano anche bisogno di essere lavati. Gli ospiti si trovavano in condizioni di vita «penose», spiegano gli investigatori.
Tra gli indagati anche i responsabili del centro e il
legale rappresentante che, per l'accusa, «pur avendone le possibilità ed essendone obbligati, non si adoperavano per impedire che gli utenti del centro diurno fossero sottoposti a condotte mortificanti e prevaricatrici».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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