I punti chiave
Nonostante siano passati 140 giorni dal ritrovamento del cadavere, Saman Abbas non ha ancora ricevuto sepoltura. I carabinieri hanno lasciato il "casolare-tomba" dove la 18enne pachistana, verosimilmente uccisa dai propri familiari per essersi sotratta al matrimonio forzato con un cugino nel Paese d'origine, era stata sepolta. I resti della ragazza sono ancora a disposizione della magistratura nell'eventualità di ulteriori accertamenti. Intanto, il prossimo 14 aprile ripartirà il processo con il videocollegamento del padre, Shabbar Abbas, da Islamabad.
L'altare di Saman
Un mazzo di rose rosse, letterine, foto e tanti peluche. È l'altare simbolico che è stato allestito all'esterno del casolare di Strada Reatino, a Novellara, dove il 18 novembre scorso è stato ritrovato il corpo di Saman su indicazione di Danish Hasnain, uno dei cinque imputati nel processo per l'omicidio della giovane pachistana. La raccolta degli ultimi reperti - scrive l'Ansa - si è chiusa con un prelievo di circa due quintali di terra nell'area dove era stata seppellita Saman, stoccati all'interno di due grandi container e trasportati all'aeroporto milanese di Linate, a disposizione di Dominique Salsarola, l'archeologo forense incaricato dal tribunale di Reggio Emilia di redigere una perizia tecnica. Il presidio dei carabinieri, durato cinque mesi, è stato ufficialmente sciolto seppur l'edificio resti sotto sequestro da parte della magistratura. Per scongiurare eventuali tentativi di accesso alla struttura, la sindaca di Novellara, Elena Carletti, ha emanato anche un'ordinanza: "Il casolare è inagibile e pericolante - si legge nel comunicato -Tra due settimane sarà realizzata un'ulteriore recinzione, ancora più alta per evitare che qualcuno possa entrarvi".
Riparte il processo
Il prossimo 14 aprile, in Corte d'Assise a Reggio Emilia, ripartirà il processo ai familiari di Saman: sono accusati di omicidio e occultamento di cadavere. Oltre ai due cugini e allo zio Danish, considerato dagli inquirenti il presunto "esecutore materiale del delitto", c'è grande attesa per il videocollegamento di Shabbar Abbas, il padre della ragazza, dal Pakistan. L'11 aprile, il tribunale di Islamabad si pronuncerà sulla sua estradazione.
La madre della giovane, Nazia Shaheen, è ancora latitante. Al processo dovrebbe testimoniare un ragazzo afgano, che vive in Belgio, dal quale Saman si rifugiò nel 2020 scappando di casa dopo aver rifiutato le nozze combinate.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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