Cronache

Saman Abbas, tutta la famiglia a processo per omicidio

Per la scomparsa e il presunto omicidio di Saman Abbas sono stati rinviati a giudizio i genitori, lo zio e i due cugini

Saman Abbas, tutta la famiglia a processo per omicidio

Cinque persone rinviate a giudizio, una costituita parte civile insieme a due associazioni e altri enti. È il bilancio dell’udienza preliminare per il caso della scomparsa e del presunto omicidio di Saman Abbas. L’udienza si è svolta questa mattina a Reggio Emilia davanti al gup Dario De Luca.

I rinviati a giudizio, come da richiesta avvenuta nelle scorse settimane, sono cinque. Si tratta di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, rispettivamente padre e madre della giovane diciottenne scomparsa da Novellara tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021. Poi ci sono tra i rinviati a giudizio anche lo zio Danish Hasnain, ritenuto il presunto autore materiale del crimine, e due cugini della ragazza, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Mentre zio e cugini si trovano in stato di fermo in Italia, i genitori di Saman hanno subito il rinvio a giudizio in contumacia. La prima udienza è stata fissata per il 10 febbraio 2023.

Il legale dei genitori Simone Servillo aveva richiesto che fosse dichiarata la nullità del decreto di latitanza, ma la richiesta è stata rigettata. “Coloro che non sono presenti in un processo - ha commentato - non sono fantasmi e più delle volte sono vittime di un sistema che dà per scontato cose che non dovrebbero esserlo come l'effettiva consapevolezza di un processo a proprio carico. […] Non son mai riuscito a entrare in contatto coi miei assistiti, spero leggano o sentano queste mie parole. In tal caso li tranquillizzo perché la loro posizione è difendibile”.

Servillo ha espresso sconcerto per il fatto che Shabbar e Nazia non si siano ancora trovati: “Trovo sconcertante che non ci si sia impegnati fino in fondo per fare le notifiche come Dio comanda. Vi è certezza che si trovino nel villaggio di origine in Pakistan. Mi pare che ci sia stata collaborazione da parte del Pakistan, tanto è vero che vi è contezza da parte degli inquirenti del luogo dove probabilmente si trovano i miei assistiti. Se la trasmissione tv Quarto Grado è riuscita a scoprire il villaggio dove si trovano ci sarà da parte mia il fatto di pretendere che l'autorità inquirente italiana sappia dove si trovano?".

Nel processo che partirà quindi l’anno prossimo si sono costituiti parte civile il fratellino di Saman, che è tra l’altro l’accusatore di Danish, l’Unione delle comunità islamiche italiane (Ucoii) e l’associazione Penelope. Anche il Comune di Novellara e l'Unione comuni della bassa reggiana si sono costituiti parte civile.

In base alle dichiarazioni del fratello della giovane, Saman sarebbe stata uccisa dai parenti per essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio in Pakistan. La ragazza, innamorata di un coetaneo residente nel Frusinate, Saqib Ayub, desiderava vivere all’occidentale, tanto che sui social usava il nickname “Italian girl”.

L'associazione Penelope - ha commentato la legale di Penelope Barbara Iannuccelli - entra formalmente nel processo per fare giustizia per Saman. Vogliamo essere la sua famiglia visto che quella sua vera l'ha tradita. Faremo il possibile per darle giustizia.

A lei, povera piccola, e a tutte quelle come lei che volevano vivere la propria vita libere”.

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