Leggi il settimanale

Chi è Ahmad Salem, il palestinese che il M5S vuole liberare

Il 24enne è rinchiuso da più di sei mesi in una cella ad alta sicurezza a Rossano Calabro: il M5s si schiera al suo fianco sulla scia del caso Shahin

x
x
00:00 00:00

"È in carcere da sette mesi in Italia per aver chiamato alla mobilitazione contro Israele". Sulla scia del caso dell'imam di Torino Shahin, il M5s ha organizzato una conferenza stampa alla Camera per accendere i riflettori sulla vicenda giudiziaria di Ahmad Salem, utilizzata anche per "per ribadire il no alla deportazione e ai Cpr". Il palestinese è accusato di istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo ed è rinchiuso da più di sei mesi in una cella ad alta sicurezza a Rossano Calabro.

Chi è Ahmad Salem

Ahmad Salem è un cittadino palestinese di 24 anni detenuto in Italia da circa sei mesi nell’ambito di un’indagine giudiziaria che riguarda presunte ipotesi di istigazione e terrorismo. Come reso noto dal comitato Free Anan, è nato e cresciuto nel campo profughi palestinese di al-Baddawi, in Libano, e sarebbe arrivato in Italia con l’intenzione di chiedere protezione internazionale. Dopo l’ingresso nel Paese, si sarebbe recato a Campobasso per presentare domanda di asilo politico. Nel corso dell’audizione davanti alla Commissione territoriale competente, il telefono cellulare di Salem sarebbe stato sequestrato e sottoposto a perquisizione. A seguito degli accertamenti, nei suoi confronti sono stati ipotizzati i reati previsti dagli articoli 414 del codice penale, relativo all’istigazione a delinquere, e 270 quinquies, che riguarda l’autoaddestramento con finalità di terrorismo.

Secondo quanto emerso dalle contestazioni, le autorità italiane avrebbero ritenuto che alcuni contenuti presenti sul dispositivo e diffusi online configurassero una forma di incitamento alla violenza e di propaganda estremista. L’impianto accusatorio si baserebbe su alcune frasi estrapolate da un video di circa otto minuti, pubblicato sul web, nel quale il giovane invitava alla mobilitazione “contro il genocidio” in corso a Gaza, sollecitava una sollevazione in Cisgiordania e criticava l’atteggiamento del mondo arabo e musulmano di fronte alle azioni militari di Israele. Secondo la Digos, tali elementi configurerebbero un messaggio di “propaganda jihadista”. Di diverso avviso la difesa del palestinese.

Ulteriori profili di indagine riguarderebbero alcuni filmati presenti sul telefono, ritenuti “materiali istruttivi” utili a fini terroristici. Tali video - secondo quanto sostenuto dalla difesa - mostrerebbero attacchi della resistenza palestinese a Gaza contro mezzi militari israeliani e non conterrebbero indicazioni tecniche o addestrative. Filmati simili, viene inoltre osservato, sarebbero stati diffusi in passato anche da mezzi di informazione e piattaforme online.

Attualmente Ahmad Salem si trova detenuto nel carcere di Rossano Calabro, in regime di alta sicurezza. I suoi avvocati hanno presentato ricorso in Cassazione e sollevato una questione di legittimità costituzionale sull’applicazione dell’articolo 270 quinquies. La vicenda ha attirato anche l’attenzione politica: già recentemente una deputata del Movimento 5 Stelle ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare ai ministeri della Giustizia, dell’Interno e degli Affari Esteri.

Nel contesto di altre inchieste giudiziarie che coinvolgono cittadini palestinesi accusati di terrorismo, il 21 novembre è stato promosso un presidio di solidarietà davanti al Tribunale dell’Aquila, al quale è stato collegato anche il caso di Ahmad Salem.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica