Stefano Sannino, coinvolto nell'inchiesta sulla presunta frode nei fondi Ue per la formazione, è stato fino a poco tempo fa segretario generale del Seas, il Servizio europeo per l’azione esterna. Il diplomatico di Portici, che tra poco compirà 66 anni, è stato nominato nel febbraio 2025 direttore generale ad interim nel Direttorato Generale per il Medio Oriente, Nord Africa e Golfo presso la Commissione europea.
È un ambasciatore di grado della Farnesina. In passato è stato anche ex consigliere di Romano Prodi a Bruxelles e di Enrico Letta a Roma. Nel luglio 2013, si legge su vari organi di stampa, fu nominato dall’allora premier Letta rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea. Sannino fu chiamato anche a gestire il difficile rapporto tra Bruxelles e Roma durante l'emergenza migratoria, all'epoca del governo Renzi. E secondo la stampa di allora, fu rimosso dall’incarico dall'ex premier nel 2016 perché ritenuto troppo vicino alle autorità comunitarie.
Al suo posto il presidente del Consiglio volle nominare a Bruxelles un uomo politico, Carlo Calenda, che rimase in carica poco più di un mese prima di essere richiamato in Italia per diventare ministro dello Sviluppo Economico.