Cronaca giudiziaria

Finì in carcere, ma era innocente: assolto ex-consigliere di Forza Italia

Un ex-consigliere comunale di Forza Italia a Latina si vide costretto ad abbandonare la carriera politica nel 2016, finendo a processo per associazione a delinquere, falso e abuso in atti d'ufficio. Nelle scorse ore però, è stato assolto perchè "il fatto non sussiste"

Finì in carcere, ma era innocente: assolto ex-consigliere di Forza Italia

La sua carriera politica si era interrotta sul più bello, quando venne accusato di associazione a delinquere, falso e abuso in atti di ufficio. Accuse che lo portarono persino in carcere, per un breve periodo. Il diretto interessato però, si è sempre detto estraneo a tutto quel che gli veniva contestato e ha continuato a ripetere di aver agito correttamente. E ha avuto ragione, anche se a distanza di ben sette anni dai fatti: Vincenzo Malvaso, imprenditore ed ex-consigliere di Forza Italia a Latina, è stato assolto nelle scorse ore da ogni accusa. Un verdetto emesso dalla Corte d'Appello di Roma, che conferma la prima assoluzione decretata nel 2020 in quanto secondo il gup il fatto non sussisteva (con il giudice che bocciò già allora la richiesta del pubblico ministero di una condanna a quattro anni di carcere). Un caso di malagiustizia in piena regola, a quanto pare.

La accuse iniziali

Stando a quanto riportato dalla stampa locale, tutto iniziò nel 2016 quando l'inchiesta "Olimpia" causò un vero e proprio terremoto sul territorio. Una maxi-inchiesta che coinvolse ben 37 persone, fra politici, imprenditori e tecnici comunali, portando all'esecuzione di una serie di misure cautelari per i sospettati. Anche l'ex-esponente di Forza Italia in consiglio comunale finì nel mirino degli inquirenti: trascorse un paio di settimane di detenzione presso la casa circondariale di Velletri, prima di essere scarcerato. L'indagine si sviluppava in tre diversi filoni: l'amministrazione (e la maggioranza di centrodestra della quale Malvaso faceva parte) era stata accusata di aver concesso una serie di favori a personalità ed associazioni del territorio come la proprietà del Latina Calcio, che allora militava in Serie B. In questi presunti "trattamenti di favore" rientravano secondo il pubblico ministero anche la presunta concessione di appalti ed incarichi senza bando di gara a società "amiche" e l'approvazione (senza passare dal consiglio comunale) di sei piani particolareggiati che prevedevano un aumento di cubature.

L'assoluzione e un'inchiesta che sta chiudendosi in un nulla di fatto

Tra gli accusati c'era come detto anche Malvaso, il quale ha sempre negato ogni addebito. E visto che l'inchiesta sta oltretutto sciogliendosi come neve al sole, risulta difficile non credergli: al netto della prescrizione già intervenuta per alcuni degli imputati, la magistratura ha dato ragione all'ex-forzista e la sentenza può rivelarsi decisiva anche per qualche altro imputato ancora a processo con rito ordinario. Nel frattempo Malvaso, pur innocente, è stato costretto di fatto ad abbandonare l'attività politica.

E considerando come (stando perlomeno a quanto riportato all'epoca dal sito LatinaToday) la maxi-operazione fu propiziata da un'interrogazione parlamentare presentata nel 2013 dal Movimento 5 Stelle sulla concessione della piscina comunale di Latina, più di qualcuno sui social ha già insinuato il sospetto che possa essersi trattato di un atto di matrice politica.

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