Cronaca giudiziaria

"Fuma e beve, niente accoglienza". Ma il Tar dà ragione al migrante

Al guineano erano state revocate le misure d'accoglienza per aver introdotto alcolici e sigarette nel suo alloggio. Il Tar ha però accolto il suo ricorso, bacchettando il legislatore

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Fumava e portava bevande alcoliche nella sua stanza. Il tutto, ovviamente, senza il permesso di chi lo ospitava in una struttura ad Alessandria. Così, nel 2021 un migrante originario della Guinea si era visto revocare le misure di accoglienza previste per i richiedenti protezione internazionale. L'uomo aveva però presentato un ricorso al Tar del Piemonte, il cui esito è arrivato ora: vittoria per il profugo. Secondo i giudici, infatti, il comportamento del guineano - per quanto "biasimevole" - non era arrivato a "connotati di gravità" tali da giustificare lo stop del procedimento.

"Alcol e fumo nell'alloggio"

L'uomo, dopo essere approdato sulle coste italiane, era stato trasferito nella cittadina piemontese, dove era stato assegnato a una struttura di accoglienza temporanea. Secondo quanto si apprende, tuttavia, la sua condotta non sarebbe stata particolarmente irreprensibile. "Si lamentava - hanno ricordato gli stessi giudici amministrativi nella sentenza - il comportamento poco collaborativo e irrispettoso dello straniero per avere introdotto bevande alcoliche e per avere fumato all'interno dell'alloggio". Pare infatti che il richiedente asilo fosse poco incline a rispettare le indicazioni degli addetti della casa d'accoglienza, comprese quelle sul divieto di introdurre sigarette e alcol nelle stanze.

Il ricorso e la "vulnerabilità psichica"

A decretare la revoca delle misure di protezione era stata così la prefettura di Alessandria, che aveva raccolto la segnalazione del gestore della struttura. In sede cautelare, il Consiglio di Stato sospese poi il provvedimento della prefettura e dispose il trasferimento del guineano in un'altra casa di accoglienza, a Ovada (Alessandria), dove, peraltro, gli fu certificato uno stato di "vulnerabilità psichica". La materia è regolata da un decreto del 2015 con cui l'Italia ha recepito una direttiva europea.

La decisione del Tar

Lo straniero, assistito dall'avvocato Monica Gonzo, ha presentato però ricorso. E i giudici amministrativi hanno deciso di accoglierlo. Lo status che gli era stato revocato dovrà dunque ottenere il ripristino. Peraltro, esprimendosi sulla vicenda, oltre a dar ragione al richiedente asilo, il Tar del Piemonte ha anche bacchettato il legislatore italiano per la sua eccessiva intransigenza. "Le condotte di introduzione di bevande alcoliche e di accensione di sigarette" - hanno osservato - saranno anche "biasimevoli" e "poco rispettose", ma per casi del genere, inseriti alla voce "violazioni gravi o ripetute delle regole delle strutture", l'ordinamento nazionale dovrebbe prevedere sanzioni più graduate e "misure di attenuazione" del regime di accoglienza.

Non, insomma, uno stop immediato.

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