Brutta botta per l’indagine della procura di Brescia che, a margine del caso Garlasco, accusa di corruzione il procuratore di Pavia Mario Venditti e il pm milanese Paolo Mazza. Questa mattina il tribunale del Riesame di Brescia con una secca ordinanza ha annullato i decreti di perquisizione e di sequestro dei dispositivi elettronici effettuati dalla Guardia di Finanza il 26 settembre nelle abitazioni di Venditti e quello successivo a carico di Mazza.
È la seconda volta che il Riesame dichiara nulli i provvedimenti della procura di Brescia. La prima volta la procura aveva insistito ottenendo un nuovo decreto di perquisizione e sequestro, questa volta il tribunale ordina l’immediata restituzione di tutti i dispositivi oltre ai dati nel frattempo già estrapolati nel corso delle consulenze. Bisognerà attendere le motivazioni del Riesame per capire cosa non abbia convinto, ma indubbiamente la decisione di oggi mette la procura di Brescia in difficoltà nella prosecuzione dell’inchiesta.
A colpire nel provvedimento emesso questa mattina è la decisione di annullare oltre al sequestro dei dispositivi anche il mandato di perquisizione.
In attesa delle motivazioni si può ipotizzare che i giudici abbiano ritenuto inesistenti, o almeno del tutto insufficienti, i gravi indizi di colpevolezza a carico sia di Venditti che di Mazza: sia per il reato di corruzione che per l'accusa di peculato.